Stasera c’è Roma-Inter, è un po’ la sua partita: 5 anni in nerazzurro e 5 in giallorosso…
«Direi una partita infinita, vissuta sempre profondamente. All’Inter giocavo le finali contro la Roma, che era anche l’avversario per lo scudetto. Giocavano un calcio bellissimo, noi eravamo più pragmatici. In giallorosso mi si sono rovesciate le carte, era l’Inter la più forte. Ma tra Roma e Inter erano sempre sfide pesanti, c’era sempre qualcosa in ballo».
Moratti-Sensi, presidenti di un altro calcio. «Presidenti vecchia maniera: venivano in allenamento, si facevamo sentire, quando serviva ti davano qualche bastonata. C’era un rapporto familiare, a me piaceva. Sono stato legato a tutti e due. Con Moratti, però, era un rapporto speciale, anche quando sono diventato un avversario».
È più bomber Dzeko o Lukaku? Conte, tra l’altro, li vedrebbe bene insieme… «Sono diversi, ma entrambi potrebbero giocare a squadre invertite. Sia il gioco di Conte sia quello di Fonseca si poggiano tanto sui movimenti dei centravanti. Hanno entrambi forza fisica, tecnica, esperienza e gioco aereo. Se Antonio ha pensato così vuol dire che possono coesistere. Certo, dovrebbe cambiare qualcosa come organizzazione, sono due punte di riferimento. Ma Conte l’ha già fatto alla Juve, con Llorente e Tevez, che non hanno la mobilità di Sanchez o Lautaro».
De Rossi secondo lei sarà un grande allenatore? «Sì, perché sono 4-5 anni che ce l’ha già in testa. Daniele ha qualcosa in più di tanti altri e la capacità di trasmettere sentimenti a livello carismatico. E questo lo farà arrivare».
Zaniolo e Pellegrini vanno tenuti a tutti i costi? «I giocatori più forti vanno sempre tenuti. Ma a volte vendi qualcuno non perché vuoi, ma perché le dinamiche di mercato ti ci portano. In caso bisogna saperli sostituire. Da d.s. dico sempre: Non fai ciò che vuoi, ma quel che puoi».
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese