La Roma a Ferrara fa il suo. Risponde alla doppietta rossonera al Sassuolo firmata Ibra, con un 1-6 tennistico all’ultima in classifica riprendendosi di forza il quinto posto in classifica. Due punti da difendere nelle prossime tre gare, a partire da domenica prossima all’Olimpico contro la Fiorentina: perché evitare i preliminari di Europa League quest’anno farà tutta la differenza del mondo.
Fonseca lo sa bene e contro il fanalino di coda cambia uomini ma non modulo visto che finora ha portato bene: il bilancio dopo la Spal dice tredici punti in cinque partite. Così si va avanti con la difesa a tre, Smalling torna padrone al centro, Kolarov a sinistra e Mancini a destra. Tre quarti offensiva inedita: Mkhitaryan va in panchina, Pellegrini resta con Carles Perez al suo fianco e Kalinic in attacco al posto di Dzeko.
E la cosa funziona visto che i due gol nella prima parte di gara della Roma portano proprio i nomi dei due nuovi entrati. Prima Kalinic è bravo a sfruttare una respinta corta di Letica e realizzare il suo quarto gol in giallorosso (Var docet), poi Carles Perez fa tutto da solo e riporta avanti la Roma dopo il momentaneo pareggio fissato dall’imperioso stacco di testa di Cerri su Kolarov: per lo spagnolo primo gol in campionato con la maglia giallorossa.
Il problema, anche contro la modesta Spal, è sempre lo stesso: la Roma lì dietro balla troppo spesso. La squadra di Di Biagio (un lustro, 140 gare 18 gol con la maglia giallorossa a metà anni Novanta) al primo affondo passa, poi ha almeno altre due occasioni nelle quali la retroguardia giallorossa mostra, ancora una volta, una sensazione di instabilità preoccupante.
Ma è chiaro che con il passare dei minuti la differenza tecnica si fa più evidente e nella ripresa la Roma dilaga. Prima la «mina» partita dal sinistro di Kolarov piega un Letica ancora una volta non perfetto, poi Bruno Peres (rinato con il nuovo modulo) sigla il poker della Roma con il suo primo gol stagionale che porta a diciassette il numero di giallorossi andati in rete in questa stagione. Finita? Macché, il brasiliano trova pure il tempo di fare una doppietta che gli vale il bonus di migliore in campo.
Ultimo guizzo di Zaniolo che Fonseca poco prima aveva messo dentro per mettergli minuti nelle gambe e spazzar via le polemiche dei giorni scorsi. Perché se è vero che «il rumore più forte è il silenzio di chi non risponde», è altrettanto vero che usare qualche volta di più la testa e meno i social e pensare solo a fare gol, come lo spettacolare 6-1 alla Spal, farebbe bene anche a un talento cristallino come lui e sicuramente alla Roma.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini