Questo per la Roma sarà un anno di transizione ma non vuol dire che si tireranno i remi in barca. La società si è posta come obiettivo il ritorno in Champions, ma l’obiettivo è anche quello di far bene in Europa League e in Coppa Italia, arrivando il più avanti possibile. Si è deciso di tenere Zaniolo e Pellegrini, che con Pallotta rischiavano di essere ceduti, mentre è da capire che cosa ne sarà di Dzeko. Il nodo dello sviluppo è sempre lo Stadio.
I recenti mal di pancia dei 5 Stelle possono produrre al massimo un rallentamento dell’iter che non sembra essere a rischio. Il progetto si è spinto talmente avanti che è impossibile tornare indietro. Dal giorno del via ai lavori ci vorranno 26-30 mesi e se l’ok dovesse arrivare a settembre lo Stadio dovrebbe essere pronto a fine 2023. L’input è tenere i conti in ordine e Friedkin non vuole fare il passo più lungo della gamba. Nelle prossime sessioni di mercato la Roma andrà a caccia di plusvalenze di circa cento milioni. Ma anche di un centinaio di milioni di liquidità cedendo quei giocatori in esubero.
Il monte ingaggi si abbasserà di circa il 25% arrivando a 120 milioni o giù di lì. La nuova proprietà, inoltre, vuole costruire un legame coi tifosi. Si cercherà empatia e unione di intenti per rilanciare un rapporto che, sotto la gestione Pallotta, ha vissuto momenti di forte criticità. Nel piano industriale c’è anche quello dell’espansione del brand AS Roma e a questo è preposto soprattutto il CFO Calvo. Si andrà in cerca di visibilità anche perchè Qatar Airways e Hyundai scadono a giugno.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese