Una rivoluzione che ha dato i suoi frutti, che devono però ancora maturare del tutto per diventare di prima qualità. Dopo un avvio stentato nelle prime partite post-lockdown, Fonseca ad inizio luglio ha deciso di provare ad abbandonare il 4-2-3-1 e di passare al 3-4-2-1, modulo provato a lungo negli allenamenti andati in scena prima della ripresa estiva del campionato.
Questo schieramento ha fornito le risposte che lo staff sperava ed oggi, a quattro mesi dalla prima proposta di difesa a tre, si può dire che rappresenta la base dell’idea di gioco dell’allenatore romanista. L’esordio del 3-4-2-1 non è stato vincente visto il ko rimediato contro il Napoli, ma da allora quella del San Paolo è l’unica sconfitta rimediata in campionato, oltre a quella contro il Siviglia.
Nelle altre quindici partite disputate la Roma è uscita dal campo vittoriosa in dieci occasioni (contro il Benevento ha però giocato con una linea a quattro davanti al portiere) e ha rimediato cinque pareggi, di cui tre arrivati nei big match con Inter (scorsa stagione), Juventus e Milan. Al di là delle numerose voci sul futuro della panchina di Fonseca, che ha un contratto in scadenza il prossimo 30 giugno, il guizzo tattico è stato vincente e ora la squadra capitolina è chiamata a fare un salto di qualità, soprattutto per quanto riguardale percentuali di realizzazione rispetto a quanto viene creato nelle aree avversarie.
Una volta terminato un calciomercato che ha coinvolto tanti nomi all’interno dello spogliatoio, il gruppo si è ricompattato, affidandosi in particolare al terzetto offensivo formato da Dzeko, Pedro e Mkhitaryan. I tre senatori d’attacco sono capaci di cambiare le gare da soli e sembrano intendersi più che bene, come ha dimostrato il secondo gol alla Fiorentina, un manuale della perfetta giocata offensiva. Oltre alle tre conclamate stelle, è però tutta la squadra ad aver trovato costanza di rendimento, con tutti i reparti coinvolti nella striscia di imbattibilità.
In porta Mirante ha scavalcato Pau Lopez e dà grande sicurezza alla difesa, che ha ritrovato un leader come Smalling e riesce sempre ad essere aggressiva ed alta in fase di recupero del possesso con Mancini, Ibanez e Kumbulla, giovani dal futuro roseo. Fonseca ha poi deciso di consegnare le chiavi del centrocampo a Veretout e Pellegrini, una coppia che sta rispettando le attese e riesce a dare soprattutto qualità in attacco, con il numero 7 che è risultato nuovamente il migliore dei suoi così come era successo contro il Milan.
Un altro dei punti fermi è Spinazzola, un giocatore da cui passano numerose azioni della manovra dei giallorossi, che ora stanno cercando di recuperare al100% anche Karsdorp, al momento davanti a Peres nelle gerarchie sulla fascia. La Roma può e deve ancora migliorare, ma Fonseca – e i Friedkin – possono essere soddisfatti di questo primo scorcio di stagione.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora