Oggi, alle 13.30, Tiago Pinto, il neo dirigente giallorosso in carica dal 1 gennaio di quest’anno di General Manager, si presenterà alla stampa, rispondendo alle domande, nella conferenza presso la “Sala Champions” di Trigoria, alle domande dei giornalisti delle varie testate. Tuttoasroma seguirà l’evento live con testo e diretta video:
TIAGO PINTO: “Buongiorno a tutti, mi piacerebbe rispondervi in italiano, ma sto ancora studiando per conoscere meglio la lingua. Risponderò in portoghese per essere più chiaro”
Ci può raccontare le sue prime sensazioni nei primi giorni a Roma? ““Sono molto felice di essere qui e molto motivato per il nuovo progetto. Non nascondo che i primi giorni sono stati difficili, potendo comunicare solo tramite telefono e videochiamate. Da ieri ho cominciato a lavorare a Trigoria e le sensazioni sono molto positive”
Cosa l’ha convinta di lasciare il Benfica e scegliere la Roma? “”Come già sapete, conoscete bene la mia storia, una storia d’amore col Benfica. Lasciarlo non è stata facile, ma ciò che mi ha convinto sono stati i colloqui con Dan e Ryan, che mi hanno spiegato il loro progetto e quello che vogliono costruire. Mi hanno motivato e fatto capire di poter essere importante per trasformare le loro idee e rendere la Roma sempre più competitiva”.
C’è molta voglia di conoscere i progetti dei nuovi proprietari. Negli anni passati ci sono stati secondi posti e una semifinale di Champions, ma non si vince dal 2008. I tifosi si devono aspettare investimenti da instant-team per vincere subito o un progetto più futuribile? “In Italia tutti si sono resi conto dello sforzo fatto dai Friedkin. È un progetto a medio-lungo termine, non si può dire quando vinceremo ma l’ambizione è grande. Ogni giorno dobbiamo fare meglio del giorno prima. Mi aspetto un miglioramento quotidiano dei giocatori, solo così i titoli arriveranno”.
A molte questione da risolvere ma ne scelgo due: come vanno le trattative dei giocatori che le ha chiesto Fonseca e il rinnovo di Lorenzo Pellegrini… “Con il mister non abbiamo il problema della lingua. Sul mercato lavoriamo quotidianamente per trovare le soluzioni migliori. Questo è un progetto a medio-lungo termine, lavoriamo tutti i giorni per rendere la squadra più competitiva. Non c’è alcun dubbio, sono una persona trasparente a cui piace dire la verità. Pellegrini incarna il nostro progetto, un giocatore giovane, di talento e profondamente legato alla Roma. Faremo tutto il possibile per concretizzare il rinnovo”.
La Roma non vince lo scudetto dal 2001, un trofeo dal 2008. Pensa che la vittoria di un titolo possa arrivare in tempi ragionevolmente brevi? “Ho già risposto in parte. Ribadisco che nel calcio e nello sport in generale è impossibile stabilire una data entro la quale si vincerà, senza fare esempi concreti. Tutti voi avete presenti i casi di squadre che hanno investito fortemente in una stagione per vincere l’anno dopo e così non è stato, perché le cose non funzionano così. Lavoriamo quotidianamente per rendere la Roma più competitiva e in lizza nelle fasi decisive delle competizioni. Se lavoreremo con lo spirito di andare oltre sono sicuro che ci avvicineremo all’obiettivo”.
Nel corso della gestione Pallotta, la Roma ha dovuto spesso vendere i giocatori migliori per raggiungere un equilibrio finanziario. Come si fa a ottenere il doppio obiettivo, sportivo e finanziario? “Vorrei premettere che sarebbe bene prestare la massima attenzione ai paragoni, i club e i contesti sono diversi. Ciò che è chiaro è che questo club vuole trattenere i migliori il più a lungo possibile, perché così è più facile raggiungere gli obiettivi. Siamo però consapevoli delle circostanze, la situazione nel mondo è cambiata profondamente, tutti i club stanno cercando di reinventarsi. Vogliamo far crescere i nostri calciatori ed essere il più possibile competitivi”.
Può confermare che la Roma dovrà effettuare un quantitativo importante di plusvalenze per rientrare nei paletti del Fair Play Finanziario? “Ancora una volta, non vorrei ripetermi, il mondo è cambiato. Sia in Italia che in Europa sappiamo dell’esistenza di regole finanziarie da rispettare. Siamo qui per lavorare in team per trovare le migliori soluzioni al momento giusto, con l’obiettivo chiaro di vincere. Questo vale sia a livello di ambizioni sportive che a livello di operazioni sul mercato, sia a gennaio che in estate. Siamo consapevoli della situazione attuale, profondamente cambiata, e nemmeno il calcio sfugge a questi discorsi, facendo parte del mondo dell’entertainment, dobbiamo tutti reinventarci”.
Che ruolo avrà nelle scelte di mercato Ryan Friedkin? “Una volta di più vorrei ribadire il concetto che noi lavoriamo in squadra e che nessuno si sente una superstar. Non è il nostro modo di lavorare. Il mio lavoro riguarderà anche il mercato, in coordinazione con Dan e Ryan, ai quali spetta la decisione finale. Siamo qui per lavorare e cercare di far crescere la Roma, in sinergia con le persone che lavorano alla Roma e non affinché si possano attribuire solo a me idee e acquisti. Lavoro sempre di squadra”.
Che tipo di struttura vuole creare? Nominerà un nuovo DS? Creerà un area scout con uomini di sua fiducia? “Tanto per essere chiari, non arriverà nessuno, nessuno verrà messo sotto contratto. Il mio ruolo è quello di GM di tutta l’area sportiva, arrivo qui per lavorare con le persone che già ci sono. La mia prima missione è conoscere questi collaboratori per capire i processi e dare il mio contributo, altrimenti la mia presenza qui non avrebbe molto senso. Mi occuperò della gestione dell’area sportiva, di concerto con Dan e Ryan. Ritengo che attualmente sia importantissimo avere un dipartimento scouting molto forte e molto solido. Sono cambiate molte cose, anche a livello di analisi dei calciatori. È fondamentale che ci sia uno scouting forte. Non signfica che già non lo siano, ma che è importante che sia uno scouting della Roma. Servono risorse per avere una banca dati migliore possibile per prendere le decisioni migliori possibile”.
Quante operazioni pensa di fare a gennaio? Incideranno sul mercato estivo? “(ride, ndr) Ancora una volta, siamo molto attenti sul mercato, lavoriamo intensamente tutti i giorni, c’è anche un lavoro invisibile che permetterà operazioni a medio-lungo termine. Non so dire quante operazioni faremo, quello che posso dire è che stiamo lavorando per poter realizzare le operazioni migliori. Aggiungo una promessa, corro questo rischio: da qui alla fine del mercato sarò disponibile a rispondere a tutte le vostre domande su quanto sia stato fatto e non fatto”.
Cosa pensa del calcio offensivo di Fonseca? Quanto è importante condividere le idee dell’allenatore? “Ho lavorato con diversi allenatori e vado orgoglioso del fatto di aver collaborato con persone con mentalità diversa, ci sono grandi allenatori che si espongono ad altre filosofie per crescere. Paulo Fonseca sarà il quinto allenatore col quale lavorerò, conosco la sua carriera in quanto portoghese, non nascondo che mi identifico nelle sue idee di calcio, un calcio offensivo e dinamico. Le sue idee sono quelle che vogliamo per il nostro club”.
Al giorno d’oggi nessuna società può prescindere dallo scouting. Affiderà una zona del mondo a ogni osservatore? Qual è il rapporto tra analisi di dati e l’occhio umano? “L’equilibrio è sempre importante, essenziale. Ci sono club che si sono basati quasi esclusivamente sulle statistiche, noi del calcio diciamo che le statistiche siano sopravvalutate. È necessario un equilibrio. Viste le difficoltà di viaggiare è importante dare il giusto peso a questo aspetto. Per quanto mi riguarda, filosoficamente apprezzo entrambi i fattori. Apprezzo l’occhio della persona esperta che ha giocato a calcio, che coglie delle sfumature, ma apprezzo anche l’importanza di dati di cui ci si può avvalere, con strumenti molto raffinati. È importante trovare equilibrio”.
Come vi comporterete con le commissioni? È vero che non pagare un milione di commissioni all’agente di Reynolds ha influito sull’affare? “Innanzitutto non vorrei parlare del passato, ho il massimo rispetto per chi ha occupato questa posizione in passato alla Roma. Non parlerò di nessun caso nello specifico. Gli agenti fanno parte del mercato, onoreremo tutti i nostri impegni. Dedicheremo la giusta attenzione a questo tema”.
Ha firmato da Genaral Manager senza portarsi collaboratori, l’ultimo mercato della Roma lo ha fatto il CEO. Il ruolo del DS classico è un concetto superato? “Ottima domanda. In portoghese diciamo che è più importante discutere le cose che discutere del nome delle cose. Motivo per il quale intendiamo costruire un modello di gestione che ho già spiegato. Noi vogliamo avviare una gestione diversa che evidentemente guiderò. Spesso ci si sofferma sul discutere sui titoli, le qualifiche e i nomi e non sulla sostanza. Sarò il GM, la persona che sovrintenderà sul’area sportiva, ma all’interno del modello che vi ho illustrato”
FONTE: Roma TV