Fuori dal tempo, e soprattutto fuori luogo, è quel gruppetto di ultrà giallorossi che due giorni fa ha dedicato uno striscione al romanista che ora porta al braccio con orgoglio la fascia. «Pellegrini non è il mio capitano». La sua colpa? Aver spedito una carezza via social, per il compleanno, all’amico Immobile.
«Tanti auguri, fratello». Superfluo rispolverare storiche rivalità dello sport che pure non si sono mai trasformate in odio. Il gusto amaro, però, rimane, anche perché lo striscione era firmato in nome di Antonio De Falchi. Un ragazzo a cui il calcio, divenuto rancore, fuori da uno stadio ha tolto la vita.
FONTE: La Gazzetta dello Sport