Raggiunto telefonicamente a Philadelphia, l’ex sindaco si dice molto rattristato per la notizia, ed accusa Pd e Movimento 5 stelle di aver rovinato il progetto e allontanato un architetto di fama mondiale come Libeskind.
“Devo dire che la notizia mi rattrista moltissimo per una serie di ragioni. Per la città di Roma, che deve rinunciare ad un progetto importante per il comportamento prima del Pd, che allontanò la mia giunta senza spiegarne i motivi, e poi di un Movimento che era giunto al governo gridando ‘onestà e trasparenza’ e che purtroppo poi ha dovuto anche subire l’onta per se stesso e per Roma di un presidente del Consiglio comunale in carica arrestato e poi rilasciato, e speriamo che riesca a provare la sua innocenza”. Così l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, raggiunto telefonicamente a Philadelphia dall’agenzia Dire per commentare le ultime novità sullo stadio della Roma.
“Sono accaduti una serie di eventi negli ultimi 8 anni, cioè da quando definimmo con Pallotta e Caudo l’accordo finale per la realizzazione dello stadio della Roma- ricorda Marino-. Ottenemmo che i costruttori investissero centinaia di milioni di euro per realizzare opere legate allo stadio come un nuovo ponte pedonale per la Stazione FL1 della ferrovia Roma-Fiumicino, un ponte carrabile sul Tevere, il potenziamento della Roma-Lido con 16 treni ogni ora, il prolungamento della Metro B, per far giungere la maggior parte degli spettatori allo stadio su rotaia. Tutto questo è stato cancellato dall’amministrazione successiva che ha rinegoziato un progetto con i costruttori tale da eliminare tutte le opere utili per gli abitanti di Roma. Nell’idea di questo nuovo progetto allo stadio si sarebbe dovuti andare incolonnati in moto o in auto invece che su rotaia con disagi enormi per cittadini della zona, della Magliana, del Trullo, del Torrino e di Decima che così con il piano del M5S avrebbero avuto gli ingorghi e nessun vantaggio”.
“Poi- spiega ancora Marino- mi dispiace anche per il fatto che Roma era stata capace di attrarre un architetto come Daniel Libeskind che aveva lavorato mesi per proporre le tre meravigliose torri nell’area dello stadio. Si è fatto scempio di quel progetto che avrebbe portato uno dei capi della scuola del decostruttivismo internazionale a realizzare delle opere a Roma. Libeskind vinse la competezione mondiale per la nuova torre di Ground zero a Manhattan. Era stato scelto per Roma ed è stato cancellato per colpa della giunta Raggi“.
“Infine mi dispiace per i tifosi– ha detto infine l’ex sindaco all’agenzia di stampa Dire-. Ero convinto e sono ancora convinto che se avessimo seguito gli accordi con Caudo e Pallotta nell’estate del 2014 oggi lo stadio esisterebbe già. E questo è un danno per la Roma, intesa come squadra, per i tifosi e un danno enorme per il Paese e per la Capitale perché si trattava di un investimento di un miliardo e mezzo. Un precedente di questo tipo è un segnale molto negativo per gli investitori stranieri che giustamente Mario Draghi ambisce ad attrarre”.
FONTE: dire.it – E. Pretto