Ora non è più un trend ma una certezza: la Roma è piccola. Perde per l’ennesima volta contro una squadra che la precede in classifica (quest’anno solo tre punti dei 24 a disposizione negli scontri diretti) e si ritrova di fatto settima in classifica: in realtà sesta ma con la Lazio un punto sotto che però deve recuperare la sfida contro il Torino.
Dettagli visto il quadro generale molto più preoccupante per Fonseca che dopo la coppa non riesce mai a vincere una partita e si ritrova di nuovo a fare i conti con numeri impietosi: sette punti nelle ultime cinque partite di campionato. Un disastro. E anche il fortino casalingo si inizia a sgretolare con il passare delle giornate in una stagione che rischia di diventare fallimentare e concedere alla Roma solo un pass per la tristissima Europa Conference League che prenderà il via a partire dalla prossima stagione.
Grande amarezza per l’unica squadra rimasta a difendere l’Italia in giro per l’Europa che però si dimostra ancora una volta «Cenerentola» in campionato: o forse, più semplicemente, questo è il vero valore della Roma. Una squadra che al primo problema scappa via con la coda tra le gambe, in grado di vincere solo che piccole realtà, mentre il treno Champions passa al binario accanto: ieri, Juve a parte, hanno vinto tutte le dirette concorrenti ai posti buoni per l’Europa che conta del prossimo anno.
Il tabellino dell’Olimpico è impietoso e dice solo Napoli nel primo tempo. Doppietta di Mertens che ringrazia i giallorossi per i regali concessi: prima Ibanez stende Zielinski al limite dell’aria, poi Pau Lopez perde dieci minuti a mettere bene la barriera e poi prende gol sul «suo» palo. Quindi altra dormita collettiva con il piccolo belga che di testa (sì, è tutto vero, proprio di testa) realizza la sua doppietta: ottavo gol in carriera alla Roma.
La ripresa va un po’ meglio, nel senso che almeno la Roma ci prova: ma cambia poco. Sul palo colpito da Pellegrini dopo un’ora esatta di gioco, si chiude la serata giallorossa fatta poi di tanti cambi (inspiegabile la scelta iniziale di Fonseca che decide di smontare la mediana Villar-Diawara che così bene aveva fatto in passato), qualche accelerazione ma sempre condita da troppa confusione, imprecisione sotto porta o nell’ultimo passaggio. I giallorossi chiudono in avanti ma questo non fa che aumentare l’amarezza per il risultato finale con il quale buttano via quanto di buono fatto finora.
Ora la pausa per la nazionale che arriva come una manna dal cielo per Fonseca che, una volta smaltite le tossine di questa sconfitta dolorosissima, dovrà trovare il modo di rimettere in piedi la sua Roma e provare a salvare almeno qualcosa. Ammesso che sia ancora possibile.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini