Come in un nuovo episodio di Ritorno al futuro, la Lega Serie A avrà oggi l’impressione di tornare a un mese fa. Quando Dazn e la sua affidabilità erano il tema del contendere tra favorevoli e contrari. Il down di Dazn — che risarcirà con un mese gratis solo chi ha segnalato problemi nella giornata di domenica — ha impedito di vedere Inter-Cagliari e Verona-Lazio e apre una questione tecnica: i diritti sono stati assegnati, ma i contrari — Genoa, Samp, Crotone e Sassuolo — oggi in un’assemblea convocata per deliberare su una centrale unica del Var chiederanno informazioni sul guasto.
Il problema non è stato causato direttamente da Dazn, ma da Cts, società di Comcast, il gruppo che controlla anche Sky e che ieri si è scusata. Ma se il disservizio è durato 3 ore è perché Dazn è un “aggregatore” che dipende da tre operatori: uno per la linea (da giugno Tim), uno per l’autenticazione (Cts), un terzo per il dispaccio del segnale. Vuol dire che, a differenza di Sky, in caso di disservizio non può provvedere da sola a risolverlo.
E la Lega non si è tutelata per evitare casi simili. I contratti infatti non prevedono penali. Solo la possibilità di recedere se il disservizio capitasse più volte e coinvolgesse almeno il 30% della popolazione per un tempo significativo. Un dato difficile da misurare, soprattutto se la percentuale della popolazione che usufruisce del servizio va chiesta a un partner di Dazn, ossia Tim.
La questione è il famoso “piano B”, ossia il backup su una piattaforma più affidabile. Dazn si rifiuta di passare ancora come fa oggi il proprio prodotto su Sky (l’unica piattaforma su cui domenica si vedevano le partite “oscurate”), anzi ha un accordo col gruppo Cairo per due canali sul digitale terrestre.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci / F. Vanni