La luce in fondo al tunnel si vede eccome. Splende, come gli occhi di Ebrima Darboe, come il sorriso di Nicola Zalewski, come le lacrime che entrambi hanno trattenuto a stento per aver vissuto una notte indimenticabile. Tivoli, in provincia di Roma, e Bakoteh, villaggio a pochi chilometri dallo stretto che separa il Gambia e il Senegal, da ieri sera sono unite da un filo giallorosso di passione. Per entrambi esordio in Europea, per Zalewski assoluto, Ebrima era entrato in campionato con la Samp domenica scorsa.
Darboe è fuggito dal Gambia a 14 anni. Il papà è scomparso quando era un bambino e, da solo, ha attraversato prima il deserto e poi il mare per raggiungere la Sicilia. Lungo il tragitto ha toccato con mano la sofferenza e ha conosciuto la sua anima da guerriero. “Sto provando un’emozione indescrivibile – ha detto a fine partita – non so nemmeno spiegarla. Fonseca mi ha detto ‘Dai Ebri, che sei forte!’ e io ho messo in pratica i suoi insegnamenti. A Trigoria mi sostengono tutti. De Rossi e Kolarov mi hanno aiutato all’inizio, oggi ho un legame speciale con Diawara“.
La sua storia merita di essere letta e riletta: “Fin da piccolo avevo il sogno di diventare un calciatore. Un mio amico, in Gambia, mi diceva di andare in Europa. Di provarci, di credere in questo sogno. Sono scappato dal mio Paese e ho sofferto tanto, ma ringrazio Dio e l’Italia per avermi accolto. Ai ragazzi come me dico dico di non mollare mai“.
La luce è anche nello sguardo di Nicola Zalewski che all’esordio assoluto da professionista ha trovato il primo gol, poi tramutato dalla Uefa in autorete. Gli sono bastati 13 minuti più recupero per entrare comunque nella storia della Roma. I suoi genitori di Lomza, una piccola città a 150 km da Varsavia. Papà Krzysztof, nel 1989, ha rifiutato di prestare il servizio militare per protesta con il regime comunista.
Si è stabilito a Poli, comune alle porte di Roma. Nicola è nato a Tivoli, nel gennaio 2002. “Il mister mi ha chiesto di fare lo stesso lavoro di Pedro e ho dato tutto quello che avevo – le parole dell’italo-polacco, pupillo di Boniek – siamo orgogliosi della nostra gara. Purtroppo la partita di andata con quegli infortuni ci ha condizionato. Sono per l’esordio e per il gol, anche se me l’hanno tolto. Ma era importante vincere“.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota