L’esordio con la Turchia? Le tue condizioni?
“Sto benissimo. Ieri ci siamo presi un giorno in più ma non ci sono infortuni o altro. Queste notti sono diverse da cinque anni fa, però siamo vogliosi. Ho voglia di giocare questi Europei dopo tanto tempo: ci stiamo preparando al meglio, siamo carichi per iniziare questa competizione”.
Sul ritorno all’Olimpico con i tifosi… “Sono sempre pochi per quanto siano 15-16mila in uno stadio da 80mila. Sarà però un’emozione tornare in un campo che mi ha dato tanto, che mi ha visto crescere. Sarà una grande emozione, speriamo di fare una bella prestazione per iniziare bene”.
Su Mbappé e sulla Francia… “Hanno il giocatore più forte del torneo, sì. L’ho visto tutto l’anno. Sono i favoriti, lo dice il Mondiale vinto, però voglio dire una cosa: vincere non è scontato e non è facile. Soprattutto in una competizione dove fanno la differenza i dettagli: può esserlo un calcio d’angolo o una giocata. Ci sono altre Nazionali forti che possono insidiarla ma ci siamo anche noi. Sarà dura, ci sono tante squadre pronte a darsi battaglia, speriamo di fare un buon Europeo”.
Su Euro 2020…Un anno dopo… “Ci dà un anno di esperienza internazionale in più. È un bel periodo, non solo per me ma per tanti in Nazionale. L’abbiamo usato per fare gare internazionali importanti, penso alla Roma in semifinale, all’Inter che ha fatto grandi fare nel suo girone. Siamo più arricchiti, di allenamenti, di conoscenza tra di noi. Da venerdì dobbiamo pensare a fare una grande gara, a dare tutto quel che abbiamo”.
Sul privilegio di esser stato vaccinati da giocatori della Nazionale… “Siamo stati privilegiati, chi ha avuto la possibilità di fare il vaccino. Però non voglio immaginare cosa sarebbe successo se ci fosse stato un positivo come Busquets per la Spagna. Io ho avuto il Covid e il vaccino non l’ho fatto: ringraziamo le istituzioni che hanno fatto sì che potessimo giocare un Europeo in sicurezza”.
Sul PSG e su Donnarumma… “A Gigio nessuno deve dare consigli, la vita è la sua, il lavoro e le decisioni sono le sue. Sceglierà quello che penserà sia la cosa migliore per il suo futuro. Sul PSG posso dire che quest’anno mi ha insegnato tante cose: sono entrato in uno spogliatoio di persone e personalità forti. Sono un giocatore migliore e so di essere un giocatore forte”.
La Turchia? “Ha giocatori forti e bravi: penso a Yilmaz che ha fatto una stagione purtroppo molto buona… Sono ben organizzati, abbiamo iniziato a studiarli. Sappiamo come fargli male, ci prepariamo ora per fare questa partita. Abbiamo tanta voglia di iniziare e di far bene”.
Sulla Nazionale… “Questo è un gruppo simile a cinque anni fa, secondo me c’è più qualità. Però tutto questo devi dimostrarlo, perché se esci al girone, hai fatto peggio del 2016. Adesso sta a noi dimostrare tutto”.
Futuro? “Dove vado dopo la Nazionale? In vacanza…”.
Sull’Europeo e sul mercato… “Non mi condiziona. Non leggo nulla, sono cresciuto sotto questo aspetto, prima leggevo anche quello che scriveva il vicino sotto casa. Poi qui penso solo a quello, le valutazioni le faremo solo quando sarà finito l’Europeo”.
La tua evoluzione? “Sono più forte di quello del 2016. Così mi sento e di tanto… E con più esperienza”.
Le differenze tra calcio francese e italiano? “Non ci sono differenze tra Italia, Spagna, Inghilterra. Non dipende quanto corri, ma come corri. Se guardi i dati contro la Repubblica Ceca pensi che ti abbiano surclassato dal punto di vista fisico. Invece no, è stata un’altra partita. Come corri, come gestisci il pallone”.
Conte e Mancini? “Hanno due modi diversi di lavorare, in campo e fuori. Non vuol dire che non arrivano al loro obiettivo, non c’è una via sola per vincere, sono molto diversi in questo. Con Conte facevamo due allenamenti al giorno, ora no”.
Mourinho? “Non ci pensato, ci penserò più avanti”.
Ieri Sogno Azzurro o Report? “Briscola e poi Playstation con Pellegrini“.
Daniele De Rossi? “Non posso dire quello che penso del suo futuro, è molto scaramantico… Ha tutto per diventare un grandissimo allenatore. E quando dico tutto, non vuol dire solo le basi calcistiche, parlo anche di empatia. Ci sono tanti allenatori in Serie A, anche di quelli che ho incontrato, che quando entrano in sintonia coi giocatori, possono anche non fare tattica. C’è qualcosa che ti arriva, che ti entra. È qualcosa in più che fa più della tattica. Da calciatore ti entrava dritto nella testa: spero diventi presto allenatore, essere allenato da lui sarebbe davvero fico. Però vediamo, altrimenti collaboratore…Vediamo”.
FONTE: Conferenza stampa – Coverciano