C’è una “short list” di potenziali localizzazioni che la Roma sta esaminando come sito per lo Stadio di proprietà: Gazometro, Teano, Velodromo e Sdo Pietralata. Nessuna di queste è perfetta, senza problematiche e questo rende l’esame in corso solo una “spulciatura” preliminare.
Gazometro: l’area piace ai Friedkin ed è di proprietà mista – Eni, Italgas e Acea – di dimensioni appena sufficienti ad accogliere lo Stadio con l’area dei prefiltraggi e nient’altro. Pregio: è praticamente ai bordi del centro ed ha una consistente dotazione di infrastrutture di mobiltà (due stazioni della metro B, Garbatella e Piramide, il capolinea della Roma-Lido, due stazioni ferroviarie, Ostiense e Trastevere).
Difetti: mancano i parcheggi e il carico di traffico privato è oggi insostenibile con una partita. La soluzione potrebbe essere duplice: fare uno stadio “all’inglese” accessibile solo (o quasi) con il trasporto pubblico e, salvi i posti auto per portatori di handicap e autorità, realizzare pochi (e cari) parcheggi nell’antistante area dei Mercati Generali. Da analizzare ancora il problema vincoli: il gazometro grande è inserito nella carta della qualità.
Seconda area: Sdo di Pietralata, dietro la stazione Tiburtina. L’approfondimento viene fatto sulle particelle catastali per verificare se sono già incluse nei progetti esistenti (Fs, ISTAT, Università) e quindi non riconvertibili oppure se sono libere. Pregio: infrastrutture sufficienti (metro B, stazione Tiburtina, Tangenziale, via Tiburtina e Autostrada Roma-L’Aquila). Difetto: difficile pensare a uno stadio all’inglese accessibile solo con il trasporto pubblico.
Teano, zona Prenestina-Tor de Schiavi: come pregio ha la metro C e il trenino della Casilina più il tram della Prenestina, ma il problema è il rischio archeologico già emerso in tutta l’area durante i lavori per la metro C.
Velodromo: proprietà Ente Eur, dimensioni delle aree appena sufficienti e mediocre sistema di infrastrutture di trasporto pubblico (la sola metro B a Eur Fermi). Fra le aree per ora allo studio è quella con minori attrattive.
Da questa lista le aree escono e entrano con grande rapidità anche perché la Roma non intende iniziare interlocuzioni tecniche con il Comune senza che prima Tor di Valle sia stata revocata: se fosse un divorzio, la società giallorossa vuole evitare la “separazione con addebito.
FONTE: Il Tempo – F. M. Magliaro