José Mourinho sta studiando la Roma da quasi due mesi, immaginandone potenziale e prospettive. Di sicuro, non sarà una squadra rigida ma fluida, vuole un gruppo capace di cambiare anima e corpo a seconda delle situazioni e della convenienza. L’ideale è partire dal 4-2-3-1, il sistema di gioco che ha adottato più spesso in carriera, ed è il punto di riferimento sul quale Tiago Pinto sta impostando la campagna acquisti.
La scarsa attitudine ai cambiamenti è stato uno dei rimproveri di Tiago Pinto a Fonseca. Nelle 86 partite al Tottenham, Mourinho per 15 volte ha scelto la difesa a 3, in 6 occasioni invece ha schierato il 4-4-2 (non aveva mai rinunciato alla linea dei 4 difensori prima del Manchester United).
Prevedibile che quindi anche nella Roma insista sul concetto di reversibilità. Nei due anni di Fonseca la Roma ha giocato sia con il 4-2-3-1 che con il 3-4-2-1, che sembravano le uniche due opzioni disponibili in base alla rosa attuale. Ma bisogna attendere il mercato prima di escludere a priori l’ipotesi di un 3-5-2 o di un 4-4-2.
Tiago Pinto sta cercando un centravanti a prescindere dal futuro di Dzeko. Mancano alternative ai terzini titolari, a meno che Mourinho non promuova Reynolds a destra e Calafiori a sinistra. Nel mezzo potrebbe bastare l’arrivo di Xhaka a completare il reparto, integrato da Veretout, Cristante, Villar, Darboe e Diawara (ma di questi almeno due verranno ceduti).
Non mancano invece le risorse dal centrocampo in su: a destra Zaniolo più uno tra Carles Perez e Pedro, sulle trequarti Pellegrini e Mkhitaryan, a sinistra lo stesso armeno, El Shaarawy o il rientrante Kluivert. Se sarà 3-5-2 o 3-4-1-2 difesa e centrocampo sono più o meno a posto.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida