Venerdì 2 luglio, ore 14.32: l’Air Special One atterra all’aeroporto di Ciampino. La vulgata giallorossa narra che alla guida ci sia il presidente Dan Friedkin. Dentro c’è José Mourinho. Ci sono tifosi anche al centro sportivo di Trigoria, dove il tecnico arriva alle 15.12, insieme allo staff, in tre auto scortate dalla polizia.
Applausi in feedback: i tifosi applaudono Mou e Mou applaude i tifosi. HabeMous Papam. Per i prossimi 5 giorni dovrà sottoporsi a una quarantena “light” perché arriva dal Portogallo ma recentemente ha fatto una puntata a Londra. Mou — che ha doppio vaccino e green pass — potrà fare meeting con staff e giocatori, ma distanziato e con mascherina. Dormirà a Trigoria e si sottoporrà a tamponi fino al via libera.
Più tardi arriva la prima intervista, sui canali del club: “Sono entusiasta sin dal primo giorno quando ho incontrato la proprietà e Tiago Pinto. Ho avuto subito delle sensazioni molto positive. Sono stato colpito dal fatto che Dan Friedkin e suo figlio Ryan parlassero in continuazione dei tifosi della Roma e non di loro. Non capita spesso con i proprietari di un club”.
L’annuncio di Mou, il 4 maggio, prese tutti di sorpresa: “Il modo in cui la Roma ha gestito la situazione e ha tenuto segreta la notizia fino all’ultimo secondo è stato fantastico. Penso che in questo modo abbia avuto un impatto incredibile e sono orgoglioso di averne fatto parte: è stato un momento storico per il calcio moderno. E non lo dico perché riguarda me o la Roma, ma perché penso che la situazione e il modo in cui si sono svolte le cose rappresentino un momento iconico, impossibile nel calcio di oggi. Ma è successo. Ora ho una responsabilità ancora maggiore, perché non posso deludere delle persone così appassionate. Hanno fatto questo per me prima che io avessi fatto qualcosa per loro. Questo non può che darmi una motivazione ulteriore”.
Non sarebbe Mou se facesse la figura “del pirla”, come disse lui stesso quando fu presentato dall’Inter: “Conosco la realtà dei fatti. Abbiamo terminato la scorsa stagione a 29 punti dalla prima e a 16 punti dal quarto posto. Ma un club non si giudica dall’ultima stagione e io so molto bene cosa sia l’AS Roma. Se pensi che il progetto sia: domani arrivo e dopodomani vinciamo, beh, questo non è un progetto. La proprietà intende lasciare un’eredità, lavorando a un progetto sostenibile. Ho un contratto triennale, voglio accelerare il processo”.
I tifosi sono impazziti per lui, meno per il mercato: “Negli ultimi venti anni i tifosi non hanno avuto molte occasioni per essere felici, ma la loro passione non è mai venuta meno. È facile essere un tifoso sfegatato di una squadra che vince, ma se sei un vero tifoso, devi dimostrarlo sempre. Voglio creare una squadra di cui i tifosi possano essere orgogliosi nei giorni in cui si vince, ma anche nei giorni in cui si perde. Adesso aspetterò che arrivino dei regali. Spero che la proprietà e Tiago Pinto mi facciano dei regali, perché ne sarei contento. Sarebbe uno stimolo in più per me. E mi darebbe un maggiore potenziale da sviluppare, con il quale iniziare il processo“. Sì, Mourinho è tornato.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri