Ha rispettato la promessa fatta ai compagni. Disse che sarebbe tornato per la finale. Dove ha trovato questa sicurezza?
«A Coverciano. So come abbiamo lavorato. In ritiro e anche prima. La nostra nazionale ha giocato meglio delle altre dall’inizio del torneo, confermando le vittorie e soprattutto le prestazioni delle qualificazioni. Successo meritato, dunque. Lo hanno riconosciuto pure gli avversari»
Bernardeschi, sul charter che vi ha riportato da Monaco a Firenze, ha preso il microfono e ha cominciato a intonare il coro «Spina-Spina». Che cosa ha provato? «Sono state ore in cui la commozione é stata grande. Non mi ricordo se ho pianto. Ho finito le lacrime all’ Allianz Arena».
Il suo Europeo é durato fino al 2 luglio, al minuto 32 della ripresa nel quarto contro il Belgio. Che cosa le viene in mente se ripensa a quell’ennesima corsa sulla fascia dopo aver tra l’altro evitato il pari di Lukaku con il salvataggio di coscia? «La gravita dell’infortunio. Me ne sono subito reso conto. Ho pianto perché sicuro di dovermi arrendere sul più bello. Più del dolore mi ha fatto male sentirmi fuori dalla competizione. Ho continuato a piangere negli spogliatoi. E quando sono rientrati anche i compagni, hanno pianto con me invece che festeggiare la vittoria».
Poi che cosa è successo? «Ho detto basta e ho sorriso. Del resto con l’allegria, dal primo giorno del ritiro, siamo arrivati al successo finale. Il nostro segreto per vincere il trofeo. È andata proprio cosi».
Nel messaggio che ha dedicato al gruppo dopo l’infortunio, ha scritto che avrebbe ripetuto quello scatto. Davvero così convinto? «Si, mi ripeto: lo farei altre centro volte per prendere un metro in più all’avversario. E lo spirito della nostra nazionale: bisogna dare l’anima per i tuoi compagni se si vuole arrivare fino in fondo».
È stato inserito nella top 11 del torneo e ha avuto in 2 delle 4 partite il premio di man of the match. Piccoli premi di consolazione? «Sono trofei personali che mi sono portato a casa insieme con l’infortunio. Non contano le mie prestazioni, mail risultato. Che non é solo del ct e dei giocatori. Dai magazzinieri aicuochi, il titoloé merito di tutti».
Come é andato il primo incontro con Mourinho? «Mi ha fatto piacere conoscerlo. È stato carino, mi ha detto che lui e la squadra mi aspettano in campo. Gli ho risposto che dovrà avere pazienza, la stessa che ho io».
FONTE: Il Messaggero – U. Trani