“Andiamo”. Il condottiero chiama la truppa. E la Roma finisce sotto il settore ospiti dei romanisti a festeggiare. Vola la maglia di Tammy Abraham, che diventerà un cimelio per il fortunato tifoso che l’ha raccolta: è quella del primo gol in Serie A. Josè Mourinho si gode invece il verdetto di una serata meno semplice di quanto non racconti la quaterna finale: per un tempo la Salernitana ha piazzato il famoso autobus davanti all’area di rigore impedendo agli avversari ogni ricerca della profondità. Ma alla lunga la differenza è venuta a galla. Guidata dalla classe di Lorenzo Pellegrini e dalla compiutezza di Veretout, la Roma ha dato un segnale di continuità rispetto alle prime uscite: da 7 anni non vinceva le prime due partite di campionato.
E Mourinho veleggia con il mare piatto fino al primo approdo, la sosta di settembre: “Sono sempre stato tranquillo, fin dal primo minuto – svela – mi ero preoccupato contro la Fiorentina quando eravamo in vantaggio. Invece qui ero sereno anche sullo 0-0. Era impossibile non vincere, abbiamo dominato giocando davvero bene“. Come già in precedenza la Roma ha cambiato marcia nel secondo tempo: “A me era piaciuto anche il primo. Magari non avevamo creato molto ma neppure avevamo concesso qualcosa alla Salernitana. Era tutto sotto controllo. Con la palla abbiamo fatto quasi sempre le cose giuste, mettendo personalità e pazienza nelle scelte“. Anche Abraham è cresciuto dopo l’intervallo: “Tammy ha giocato bene senza segnare contro Fiorentina e Trabzonspor. Stavolta ha trovato qualche difficoltà perché non c’erano spazi contro tre difensori centrali. Nel secondo tempo si è abbassato di più e con maggiore libertà ha dato qualità di gioco, favorendo anche Pellegrini e Mkhitartan. Anche Carles Perez è stato bravo“.
Sul confronto con Dzeko poi: “Quando Edin è andato via, nessuno era felice. Ma la società ha capito che serviva un grande acquisto per rimpiazzarlo. Lo scorso anno c’erano Dzeko, che merita una grande rispetto per la carriera che ha avuto, e Borja Mayoral. Ora siamo forti abbiamo anche Abraham e Shomurodov: ci sono tre attaccanti bravi e tante soluzioni diverse“.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida