Non c’è mai fortuna che non abbia dentro una forte volontà e non esiste nave che possa andare sempre controvento. Non è un caso – e lo è ancor meno nella notte delle mille panchine – che José Mourinho sia il simbolo di questa unione di applicazione, studio e buona sorte che potrebbe portare la Roma molto lontano.
Ancora una volta, come già successo con la Fiorentina alla prima di campionato, pochi millimetri fanno la differenza tra vincere, pareggiare o perdere, in fondo a una gara bellissima che il Sassuolo non avrebbe mai meritato di perdere ma che la Roma ha agguantato perché il calcio è lo sport più bello del mondo e trova sempre una storia nuova da raccontare.
Ci passa uno spillo tra il gol annullato a Berardi al 25′ (offside infinitesimale di Raspadori) e quello di Cristante 12 minuti dopo. Ci passa altrettanto tra il tiro di El Shaarawy che bacia il palo e finisce in porta al primo minuto di recupero e la var che annulla la ciclonica fucilata di Scamacca al 94′. La Roma resta a punteggio pieno, Mou può festeggiare le 1.000 panchine e, con il 4-4-2 finale ha dato l’ennesima dimostrazione di coraggio, raccolto dalla sua squadra.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri