In un giorno triste, potrebbe esser arrivata la svolta del campionato. Perché nonostante il ko nel derby, la Roma ritrova Zaniolo. Quello vero, quello capace di aprire gli alettoni e portarsi via due, tre avversari ad ogni accelerazione. Una notizia che mitiga il disappunto per la sconfitta di ieri. Perché se a Pellegrini aggiungi Zaniolo, il volto della Roma cambia. Radicalmente. Sono loro due a dover risollevare la squadra. Nicolò ha terminato il match esausto e con un lieve affaticamento muscolare. Ancora una volta non ce l’ha fatta a completare 90 minuti. Ma nei 77′ nei quali è stato in campo, è stato l’anima della Roma.
Semplicemente devastante (lo ha rimarcato anche sui social con la foto di una sua progressione e la frase “A testa altissima”). Uomo ovunque, partito con il freno a mano tirato. Poi la mancata chiamata di Guida sul fallo di Hysaj – che dato il via al raddoppio di Pedro – è come se l’avesse svegliato dal torpore. Prima si è alzato, incredulo, e ha urlato verso l’arbitro. Poi nei confronti dei compagni. E mentre i biancocelesti festeggiavano il 2-0 è iniziata la sua partita.
Ha sfiorato il 2-1 colpendo, come era accaduto già contro l’Udinese, un palo clamoroso. Stessa posizione, stessi sviluppi (da calcio d’angolo), medesima dinamica. Prima o poi dovrà smetterla e rinnegare l’amicizia che si è creata con il legno sinistro della porta sotto la Curva Nord ma quell’episodio al 27′ gli ha dato ulteriore carica. Mourinho l’ha capito e infatti più volte ha urlato a Cristante di servirlo. Palla al piede, in velocità, sfruttando gli inserimenti da dietro, ha inanellato un paio di strappi dei suoi. Per la difesa della Lazio è diventato un incubo. A tratti, è sembrato di rivedere Juventus-Roma di due stagioni fa, quella con Sarri sulla panchina bianconera. Una partita che non contava nulla visto che la Juve era già matematicamente campione d’Italia e i giallorossi fuori dalla Champions.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina