Dal canto suo, promette di fare il massimo per mantenere la porta inviolata. Nello stesso tempo, chiede al suo reparto offensivo di punire un paio di volte la collega Peyraud-Magnin, così da ristabilire la parità nella casellina delle reti subite dalle due squadre in avvio di campionato. Camelia Caesar, dal 2019 portiere della Roma, sa che si tratta di due missioni molto complicate, perché oggi al Tre Fontane arriva la Juventus.
Quella di Girelli e Bonansea, che finora non ha subito nemmeno un gol. Si tratta del primo big match della stagione: “Non vediamo l’ora di scendere in campo, le gare come questa sono le più belle da disputare. Abbiamo lavorato con molta serenità e curando ogni dettaglio: inutile caricare ulteriormente una sfida che già di per sé è ad alta tensione”.
Che Juventus si aspetta? “Una squadra molto dinamica che proverà a fare la sua partita e a imporre il proprio gioco, soprattutto in fase offensiva saranno determinate e avranno l’obiettivo di infastidirci”.
Dovrà difendere la sua porta da due giocatrici che conosce molto bene, sin dai tempi di Brescia. “Ho condiviso lo spogliatoio in passato con Girelli e Bonansea: con la prima dovremo fare attenzione soprattutto sulle palle inattive. Barbara è veloce e dinamica, i suoi strappi possono essere pericolosi”.
Anche il vostro reparto offensivo, però, non scherza. Dalla grande ex Gionna, a Pirone, fino a Serturini… “La società si è mossa molto bene perché ha inserito giocatrici di cui avevamo bisogno, ognuna ha portato una caratteristica che ci mancava. Per esempio Pirone ha una cattiveria agonistica con cui sprona tutto il gruppo”.
Rispetto allo scorso anno, crede che il gap con la Juventus sia ridotto? “Il percorso di crescita è stato importante, certamente c’è più consapevolezza rispetto al passato. Il nostro reparto avanzato non ha nulla da invidiare al loro, ma in generale credo che il nostro livello sia cresciuto e che la squadra possa essere competitiva su tutti i fronti”.
Come ha inciso il nuovo tecnico, Alessandro Spugna, in questo cammino? “Il tecnico ha ereditato un gruppo con cui Betty Bavagnoli, negli ultimi tre anni, aveva compiuto un ottimo lavoro: il suo è un progetto in continuità con quanto fatto fino a questo momento. Ha avuto un buon impatto perché è un allenatore ambizioso e determinato, che usa poche parole, ma molto decise, e che riesce a fare in modo che ciascuna giocatrice dia sempre il massimo. E’ diretto e semplice e fa sentire tutte importanti allo stesso modo, comprese le ragazze che sono costrette a stare fuori per esempio causa infortunio”.
Oggi sarete senza Giugliano a centrocampo… “Un’assenza pesante. Ma noi lavoriamo in ottica di gruppo e mai sui singoli, quindi sono certa che chi sarà chiamata in causa sarà all’altezza delle aspettative”.
Quelle su di voi sono molto alte. E’ una sfida scudetto? “Ci sono quattro squadre in corsa ma, allo stesso tempo, credo che ci sia tanta imprevedibilità in un campionato come questo: nel nostro caso, per esempio, abbiamo subito due gol su palla inattiva quando avevamo pieno possesso della gara, basta poco e il passo falso è dietro l’angolo. Senza contare che, con tre retrocessioni e con tutte le squadre che si sono rinforzate, non esisteranno partite scontate”.
Quella di oggi è la prima al Tre Fontane di nuovo di fronte al pubblico… “Sarà molto emozionate, il tifo che c’è qui a Roma ti spinge sempre a dare il meglio perché la nostra gente vive di calcio e riesce a trasmetterlo in ogni istante. Serve testa, grinta e serenità, che significa capacità di mantenere la lucidità per tutti i 90 minuti della gara”.
FONTE: Tuttosport – S. Campanella