Stanno arrivando le grandi salite. Ci racconteranno quanto è davvero tosta la Roma di José Mourinho, se il rischio paga, se il suo gioco d’attacco matto e disperatissimo reggerà il confronto con le sommità del campionato: dopo la sosta subito Juventus e Napoli, poi la trasferta di Cagliari e il Milan, e ne sapremo di più.
Per ora balza all’occhio il dato che la Roma, nonostante il suo allenatore sia sempre stato un maestro di accortezze tattiche, è la squadra dall’assetto più offensivo del campionato, e detesta il pareggio: finora ha solo vinto, quasi sempre, o solo perso, due volte. Nessuno gioca con quattro attaccanti, al massimo ne hanno tre la Lazio, il Napoli o il Milan: la Roma invece ha Zaniolo e Mkhitaryan, due fantasisti, sulle fasce, e Pellegrini e Abraham al centro.
Tra l’altro, ogni volta che i quattro hanno giocato insieme, la Roma ha vinto. Quando Mourinho non ha potuto disporre di uno di loro, non è arretrato di un millimetro: a Salerno Carles Perez per Zaniolo, a Verona Shomurodov per Mkhitaryan, nel derby a sinistra è andato El Shaarawy con in mezzo l’armeno.
Considerato che i terzini Karsdorp e Viña non sono difensori di rottura ma di assalto, e che i centrali non offrono enormi garanzie di tenuta, la Roma gioca prendendosi parecchi rischi, perché va sempre all’attacco e cerca l’espressione tecnica, più che la difesa degli spazi: del resto dal mercato non sono arrivati né il centrocampista di equilibrio né i difensori, quindi tanto vale buttarsi in avanti. Lo raccontano anche le cifre.
I giallorossi sono terzi per gol segnati e primi per tiri in porta tentati, 114, davanti a Inter e Napoli (112) e al Milan (103). Sono primi per pali colpiti, 6, e per corner calciati, 46. Secondi per assist, 13, dietro l’Inter. Quinti per possesso palla, terzi per precisione dei passaggi. Talmente tecnici, che la Roma è solo 14a per falli commessi, ma l’ultima è il Napoli. I prossimi impegni, col massimo urto possibile, ci diranno molto degli equilibri della Roma.
FONTE: Il Messaggero – A. Sorrentino