Un ricordo su Nils Liedholm?
“La storia del Sig. Liedholm è lunga e interessante. Nella prima avventura alla Roma fu mandato via, giravano strane voci sul suo conto, erano i tempi della Roma di Anzalone mentre mio padre Dino studiava per diventare il presidente della Roma. Liedholm aveva promesso a mio padre che sarebbe tornato alla Roma se fosse diventato presidente, ricordiamoci che Liedholm aveva vinto la stella con il Milan, il decimo scudetto. Riprendemmo Liedholm, era un grande personaggio, ho mangiato spesso con lui. Era la persona per mio padre, si lasciava andare a grandi racconti e grandi programmi”.
Un aneddoto particolare su Liedholm? “Liedholm si divertiva a tirare in porta e divertiva i giornalisti. Un giorno mio padre staccò tutte le luci a Trigoria per costringerlo a smettere, erano passate tre ore dall’inizio dell’allenamento”.
Quanto era forte quella Roma? “La Roma di Liedholm probabilmente era quella che giocava meglio in tutta Europa, a quei tempi i calciatori venivano scelti dall’allenatore e pagati dal presidente che entrava anche nel merito del calciatore, voleva anche conoscere la famiglia. Adesso i calciatori si scelgono in altra maniera e non sempre l’allenatore è contento di quello che ha”.
Come si cercava ai vostri tempi di proteggere i giovani? “Molti erano del vivaio di Roma e Lazio ed era più facile seguirli. Si teneva molto conto della famiglia di provenienza, poi stando a Roma c’era un continuo monitoraggio dei calciatori, uscirono grandi campioni. Per la Roma era troppo facile avere supremazia sulla Lazio, si vedeva subito quale fosse il calciatore che avesse le caratteristiche giuste per noi. Era gente orgogliosa di vestire la maglia della Roma”.
Ci sono i presupposti affinché Mourinho ripeta quanto fatto da Liedholm? “Sicuramente sì, il secondo Liedholm è stato collocato al posto giusto al momento giusto, Dino Viola proteggeva i suoi tesserati ed era una sorta di ombrello, si compensava molto bene con Liedholm. Mourinho è un altro che protegge i calciatori, poi quando una proprietà cambia deve sin da subito vincere qualcosa. Il grande debito che ha lasciato Pallotta deve essere rimosso, ora è andato via anche Fienga. La Roma attuale è una squadra incompiuta, mancano ancora dei calciatori, poi c’è Smalling che non sta benissimo. La Roma deve provare a vincere qualcosa quest’anno, se facesse questo scatto ne vedremo delle belle”.
FONTE: Centro Suona Sport