I migliori di loro, o forse i più scaltri, nell’annus horribilis 2020 hanno guadagnato oltre cento milioni di dollari in sole commissioni: gli agenti sono i veri, grandi padroni del calcio: muovono campioni, o anche solo buoni professionisti, e incassano un fiume di denaro rischiando poco o nulla. Lo fanno da decenni, ma nelle ultime stagioni il loro potere si è gonfiato a dismisura, di pari passo con i loro conti correnti. Perché? Per tanti motivi. Uno di questi è che sono pronti a cogliere l’attimo, adattandosi anche alle situazioni più difficili e perfino drammatiche. Come ne sono venuti fuori? Portando decine di calciatori, inclusi i più importanti, a scadenza di contratto. Nella scorsa estate è stata la volta di Messi e Donnarumma. La prossima toccherà a una pattuglia ancora più folta: da Mbappé a Pogba, da Dybala a Kessie, da Insigne a Brozovic. Fra tre mesi potrebbero firmare tutti per club diversi da quelli attuali, con movimenti di denaro impressionanti: per gli atleti e per i loro agenti, tra intermediazioni e procure .
Jonathan Barnett, fondatore della Stellar (adesso fusa con l’americana Icm), nel 2020 in sole commissioni ha guadagnato 142 milioni di dollari: tra gli altri ha portato Grealish al City per 117 milioni e Camavinga al Real per 31. È lui il procuratore numero uno del calcio secondo Forbes, davanti ai più conosciuti — almeno da noi — Jorge Mendes, che ha incassato 104 milioni di dollari, e Mino Raiola, arrivato a 84 (il primo ci ha portato via Ronaldo, il secondo Donnarumma). Tutti dicono di voler cambiare le regole, ma tutti hanno paura di cambiarle. La Federcalcio l’anno scorso ha proposto di fissare il tetto del 3 per cento per le commissioni, nel rispetto delle norme Fifa che le collocano fra il 3eil 10 per cento. I club però si sono opposti, temendo di perdere ulteriore competitività sul mercato rispetto alle società straniere
FONTE: Il Corriere della Sera