Erano in 395 giovedì sera sugli spalti dell’Aspmyra Stadion a tifare la Roma nel gelo di Bodo. Il termometro segnava un grado, ma il vento gelido faceva percepire la temperatura ampiamente sotto zero. Una trasferta unica per la distanza e per essere la prima città a nord del circolo polare artico. Un viaggio affascinante, ma allo stesso tempo oneroso da intraprendere, specialmente in epoca Covid. Il costo complessivo della trasferta, voli, pernottamento, pasti e biglietti compresi, si è aggirato tra i 600 e gli 800 euro, ma nessuno di chi era lì ha preteso o chiesto rimborsi alla società.
Se dovessero arrivare (i Friedkin stanno valutando il da farsi), sarebbero totalmente devoluti in beneficienza. Non esiste un diretto Roma-Bodo e ritorno, quindi per raggiungere la meta è stato necessario fare un paio di scali, per un totale di dieci ore di viaggio. Una delle trasferte più impegnative degli ultimi anni che 395 stoici tifosi hanno affrontato solo per la passione che li lega alla loro squadra.
Ecco perché, a fine partita, dopo il 6-1 incassato, gli animi erano così tesi: Pellegrini e Abraham hanno provato a parlare con gli ultras, che non hanno accettato la maglia di Lorenzo. Chi era in Norvegia ha vissuto la disfatta come una mancanza di rispetto, non tanto per la sconfitta ma quanto per la prestazione, che ha portato a una goleada che si poteva evitare. Senza poi contare l’ennesima umiliazione.
L’eco della sconfitta è stato amplificato anche dal fatto che a sedere sulla panchina giallorossa ci fosse José Mourinho, uno dei tecnici più titolati in Europa che adesso è sotto processo. Il tribunale social non gli ha riservato parole al miele, “bollito” è stato l’aggettivo più elegante e in molti si sono chiesti il perché dell’azzardata gestione delle seconde linee. Lo Special One diventa Special Siz, decine di post e meme creati ad hoc per sbeffeggiare l’allenatore: dal murale in Vespa in cui è stata aggiunta una racchetta da tennis, al fotomontaggio della sua mano con sei dita.
FONTE: Il Messaggero