Lo scorso anno si sbloccò proprio a Genova, con una tripletta che lanciò la Roma al quarto posto. Alla dodicesima giornata Mkhitaryan aveva preso per mano la squadra, con sei reti e cinque assist, ma quest’anno la luce si è spenta. Partenza soft e poi l’eclissi. Dalla sosta di ottobre l’armeno ha collezionato quattro sostituzioni consecutive e la panchina di Venezia. La rassicurazione ricevuta da Mourinho in estate (“quello che è accaduto a Manchester, resta a Manchester”) lasciava ben sperare, ma per ora il voltar pagina dei due ha prodotto molto poco.
I motivi sono molteplici, a partire da quello tattico, l’anno scorso Mkhitaryan giocava più vicino alla porta e sfruttava gli spazi aperti da Dzeko. C’è poi la questione atletica: nel 4-2-3-1 l’armeno deve coprire una porzione molto più ampia rispetto a quella della passata stagione, ma il problema è che neanche il passaggio al 3-4-1-2 lo agevola, perché Mourinho preferisce Shomurodov come spalla di Abraham e il ruolo di trequartista è di Pellegrini. Mkhitaryan ha detto di voler giocare altri 5-6 anni, ma se vuole che alcuni di questi siano ancora nella capitale serve una svolta: il suo contratto + di nuovo in scadenza e questa volta è anche la Roma a pensare se rinnovare o meno.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina