Ci pensa il ragazzo venuto dal Ghana, anni 18, che ribalta le gerarchie e mette a tacere il mondo. Contro il Genoa, a Marassi, la Roma vince (è quinta) grazie a due tocchi magici di Felix. Mourinho viene premiato per il coraggio di puntare su un ragazzo della Primavera. José fa i conti con le assenze e manda in campo una squadra da battaglia. Una Roma che con il Genoa ci mette carattere, anche se in fase offensiva si sbaglia tanto. Sacrificio, la parola d’ordine del momento e il gol arriverà, basta crederci. El Shaarawy fa su e giù per la fascia, ruba palloni e li riconsegna in forma di assist , Pellegrini fa quasi la mezz’ala, regalando solo qualche brandello di fantasia.
C’è anche Mkhitaryan («il migliore», secondo lo Special), che corre appresso a Sturaro e, ricordando che qui, lo scorso anno, ha segnato tre gol, ne mette dentro un altro ma gli viene annullato per una deviazione di mano di Abraham e sarà comunque decisivo. Veretout fa il regista, corre e rimedia pure un giallo, che gli farà saltare il Torino. In questa orchestra da teatrino non c’è Zaniolo, perché ora appare più scarico degli altri e Mou se ne è accorto: per Nicolò nessuna bocciatura, è un momento così, anche di questioni tattiche.
«Zaniolo adatto a questo schema? Non era questa la mia idea di partenza. Il problema non è Zaniolo, ma di tutti quelli che devono adattarsi in altri ruoli. Ma sono contento, c’è tempo per Nicolò di imparare, anche a giocare attaccante, ma questa non era la partita per lui». Come a Cagliari, nella ripresa, Mou butta dentro il giovane Felix, cercando in lui quella velocità che apra i varchi. La vivacità del ragazzo del Ghana è servita a riaccendere i sorrisi, spariti ultimamente. Scatto di Micki, percussione centrale, palla a Felix. E uno. Quasi sul gong, la seconda gemma: gran tiro da fuori area. La Roma torna ad abbracciarsi.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni