I benefici dell’estate magica sul nostro calcio si sono sentiti?
«L’impatto positivo c’è stato e parlo anche dal punto di vista concreto: questo gruppo azzurro nel quadriennio, grazie all’intervento della Federazione, ha raccolto 4 milioni e li ha devoluti al fondo di solidarietà per i calciatori di B e C, le cui squadre non sono riuscite a iscriversi».
Che effetti ci potrebbero essere nel caso di un altro fallimento nel playoff Mondiale? «Si deve continuare a lavorare sui settori giovanili. Veniamo da un grande trionfo ma il minutaggio degli italiani è passato dal 68% del 2006, al 36% del 2020».
Come si inverte la tendenza? «Purtroppo il problema è ancora più forte, per la norma fiscale sui cosiddetti “impatriati” che permette di pagare la metà dell’Irpef a chi arriva dall’estero: abbiamo una sperequazione per i calciatori che sono già in Italia. Anche in B si sia arrivati già al 30% di minutaggio dei giocatori non selezionabili per le nostre Nazionali». (…)
Guardiola invita i giocatori a scioperare: calciatori e allenatori sono disposti anche a guadagnare meno? «Con meno partite in competizioni più ricche non è detto che si debba guadagnare meno. Il top player si pone il problema di svolgere la sua attività professionale in maniera diversa, con meno partite e meno viaggi, per fornire prestazioni migliori».
E il giocatore medio che timori ha? «Ha paura che si crei un dislivello più ampio fra 3-4 squadre e le altre, senza una redistribuzione adeguata. E questo deve essere il timore di tutto il sistema».
La riforma dei campionati è un tabù per voi? «No, assolutamente, l’abbiamo già discussa e deliberata in consiglio direttivo, ma ci interessano prima le regole e sapere quali sono le nuove risorse per B, C e dilettanti. La diminuzione delle squadre non deve essere il punto di partenza». (…)
FONTE: Il Corriere della Sera