“Se ne avessi tre, li farei giocare titolari tutti e tre“. Così José Mourinho su Lorenzo Pellegrini, capitano della Roma. Quindi, meglio averlo che non averlo, è una banalità ma è la realtà. II problema, alla luce di questa investitura special, è proprio quando Lorenzo manca, e ultimamente succede, a differenza di inizio stagione. E ora Mou dovrà farne di nuovo a meno. Fino a dopo la sosta. mC’è un Pellegrini fino alla partita con il Torino, 28 novembre, e uno dopo. Fino all’infortunio contro i granata, Lorenzo aveva giocato in A dodici partite su tredici (ad altissimo livello, cinque gol e due assist in campionato, con anche due reti in Conference), saltandone una soltanto, il derby, ma solo per squalifica.
La sua importanza all’interno della squadra lo ha portato tante volte a forzare la mano, a cercare i recuperi lampo, ad andare in campo non al meglio, e spesso non doveva e ne ha pagato le conseguenze. Per questo motivo è andato in contro a ricadute, rendendo i muscoli inevitabilmente più fragili. Esempio ultimo: il recupero contro il Milan, sfida del 6 gennaio. Non era pronto al cento per cento e poi la seconda sfida consecutiva giocata contro la Juve, oltre ad averlo abbattuto da un punto di vista psicologico (per il rigore sbagliato) lo ha affaticato nuovamente nei muscoli.
Quella cicatrice (della coscia) è ancora aperta (ma l’ecografia effettuata ieri ha escluso lesioni) e pure con il Cagliari ha dovuto dare forfait, fermandosi in tempo durante il riscaldamento. Salterà comunque la Coppa Italia, Roma–Lecce di giovedì, e con ogni probabilità – a meno di miracoli – la trasferta di Empoli. Uno stop allungato, quasi per precauzione, visto che il campionato si ferma.
Appuntamento in campo solo da pienamente recuperato, senza dover andare incontro a ulteriori rischi. Dopo la sosta vuol dire che Lorenzo non potrà rispondere ancora una volta alla chiamata di Roberto Mancini, che la prossima settimana radunerà a Coverciano una trentina di azzurri per lo stage propedeutico agli spareggi mondiali di fine marzo.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni