Inespressivo. Così José Mourinho durante il match. Sarà rimasto deluso se si aspettava una reazione dopo il suo sfogo post-Inter. Lo confermano le sue dichiarazioni al termine del match, dal tono dimesso: “Quando stai perdendo al 90° e poi pareggi cambia la dinamica emozionale. Prima della partita non avrei accettato il pari e neanche all’intervallo. Ora dico ‘Grazie mille’. Non lo volevamo ma è comunque un punto. Sicuramente potevamo fare di più ma non abbiamo perso nelle ultime 4 partite di Serie A”. Preoccupa il suo accontentarsi, perché sembra che lo Special One stia prendendo la via della normalità della Roma e non il contrario.
Ieri sera i giallorossi sono sembrati molli: la cruda realtà è che la Roma non ha ancora un’impronta tattica che non sia la ricerca costante dei lanci lunghi. I giallorossi al momento sono anonimi nel gioco e nel carattere. Mourinho a fine gara: “Una cosa è la tattica collettiva, un’altra quella individuale. Nel primo gol, hanno sbagliato sulla profondità di Traorè, ma può succedere. Il secondo è del tipo che fa venire gli incubi, da non dormirci la notte. A centrocampo, poi, nella prima parte della partita ci è mancato ordine e disciplina. Ogni volta che la palla arrivava a Viña o Karsdorp, c’erano poche possibilità di giocare dentro. In 70 minuti Felix ha avuto una sola possibilità”.
È proprio il centrocampo il problema da risolvere: “Non posso nascondere che Cristante, Veretout, Pellegrini e Oliveira siano giocatori di qualità, ma non abbiamo elementi che sappiano far girare la palla. Per questo ho adattato Mkhitaryan regista. Ora è il calciatore più importante della squadra nel ruolo”. Le parole dello Special One a fine gara non fanno che affossare indirettamente il mercato di Tiago Pinto, ma anche il fatto che Mkhitaryan, 33 anni e in scadenza di contratto, sia diventato il play basso della Roma.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina