Sembrava un’impresa o quasi sostituire Edin Dzeko senza risentirne, almeno nell’immediato. Un attaccante da 119 reti in 260 presenze non si trova facilmente sul mercato e individuare un suo degno erede si presentava come una sfida davvero complicata. Ma dopo appena sette mesi dal suo addio, il bosniaco appare già uno sbiadito ricordo. Questo perché il presente, ma soprattutto il futuro, porta il nome di Tammy Abraham: lo “striker” inglese è già nella storia e nel cuore dei tifosi della Roma.
L’ex Chelsea sta conquistando tutti a suon di gol e record: già arrivato a quota 20 gol alla sua prima stagione in Italia (13 in Serie A, 6 in Conference League e 1 in Coppa Italia), è ad una sola rete dagli eroi scudettati Montella e Batistuta (21) e quattro da Volk (24), il cannoniere del primo tricolore. Ma ciò che impressiona non è solo il numero complessivo di marcature, ma anche l’importanza delle reti messe a segno: per otto volte il numero 9 giallorosso ha sbloccato la gara, per quattro volte in stagione il suo 1-0 è valso l’intera posta in palio.
Il bomber di Camberwell ha reso il suo rendimento come una sorta di equazione: se segna Abraham, la Roma vince e raramente perde. Su 16 gare dove l’inglese è andato a segno, per ben 12 volte i giallorossi hanno vinto. Mourinho si gode l’exploit del suo bomber, compiacendosi della sua felice intuizione estiva di puntare su di lui, per il post Dzeko, con una buona dose di rimpianti in casa Chelsea.
Ma lo Special One non può nemmeno ignorare un altro dato statistico. Se non segna lui, la sua Roma fa una fatica enorme, per un quadro generale che conduce ad una chiara diagnosi: i giallorossi sono Abraham-dipendenti. Pochi uomini-gol, poche alternative al centravanti inglese, soprattutto in campionato.
Pellegrini ha siglato 6 reti, Mkhitaryan 3, Zaniolo, Felix, El Shaarawy e Shomurodov solamente 2. Troppo poco per il potenziale offensivo di cui, almeno su carta, lo Special One può disporre. Le gare del 2022, sotto questo punto di vista, sono il manifesto del problema. Dal match con il Milan alla vittoria con l’Atalanta: in 9 gare i giallorossi hanno segnato 15 reti, ben 7 (ovvero la metà) portano la firma del bomber inglese.
FONTE: La Repubblica – A. Di Carlo