Ci ha pensato a lungo prima di accettare. Quattro, interminabili giorni di incontri a Londra con Tiago Pinto e riflessioni con il padre e l’agente. Alla fine Tammy Abraham, che inizialmente non era per nulla convinto, ha deciso di accettare la proposta della Roma, spinto anche dal Chelsea che ha preferito venderlo ai giallorossi piuttosto che ai rivali dell’Arsenal. E adesso l’inglese è sempre più sicuro di aver fatto la scelta giusta.
Ha percepito l’entusiasmo dei tifosi sin dal primo giorno, si è inserito facilmente nello spogliatoio che ha accolto con piacere un ragazzo sorridente dallo spirito positivo, al di là di qualche sbracciata in campo dettata dalla voglia di poter incidere al massimo in ogni azione. Abraham è anche innamorato della città, lo ha dichiarato e lo mostra sui social, frequenta il centro più di qualsiasi compagno e ieri, accompagnato dalla fidanzata e da amici, si è goduto lo spettacolo del Colosseo.
«Unbelievable» (incredibile) ha scritto nella story di Instagram girata all’interno del monumento simbolo di Roma, il giorno dopo aver mostrato la vista dalla casa del grattacielo dell’Eur dove vive. «What a city» dice Tammy, un ragazzo davvero felice e coinvolto, come ha dimostrato anche a Udine salendo in tribuna a posare per i selfie tra i tifosi prima del riscaldamento.
O regalando maglie in giro per i vari stadi. La Roma gli è entrata subito nel cuore e non era così scontato passando dalla squadra campione d’Europa a una che fatica ad avvicinarsi alle migliori del campionato italiano e ora disputa la terza coppa europea. Un passo alla volta, come indicato da Mourinho, la nuova Roma si deve costruire in un percorso di almeno tre anni, sperando che le ambizioni dei protagonisti vengano soddisfatte da risultati migliori.
I numeri di Abraham sono già positivi. È il vero stakanovista del gruppo, l’unico irrinunciabile per l’allenatore: è il giocatore di movimento con più minuti accumulati in campo (2994’, lo segue Mancini a 2979’), finora non ha saltato una sola partita dall’inizio per infortunio – si è dovuto fermare dopo mezzora con la Samp – l’unica assenza contro l’Inter era dovuta alla squalifica e Mourinho lo ha fatto giocare in ogni singola gara, tenendolo in panchina in avvio soltanto nelle prime tre sfide del girone di Conference League.
Ha segnato 20 gol in 38 presenze complessive fra campionato e coppe, di cui 35 da titolare. Salvo intoppi o sorprese domani sera guiderà l’attacco contro il Vitesse e domenica toccherà quota 40 presenze, sfidando la Lazio nel suo secondo derby romano. Il tecnico gli ha risparmiato i 35 minuti finali di Udine proprio per averlo più riposato in una settimana cruciale per la stagione. E non ci pensa neppure a rinunciare a lui in due match così determinanti. Mourinho è intenzionato a schierare quasi tutti i migliori domani sera all’Olimpico, senza fare troppi calcoli in vista della partita contro la Lazio.
Un’eccezione potrebbe essere la panchina iniziale per uno fra Pellegrini e Zaniolo. Rientrano Kumbulla in difesa al posto dello squalificato Mancini (anche Oliveira deve scontare un turno di stop) e Mkhitaryan a centrocampo, un altro cambio potrebbe esserci sulle fasce, con Viña, El Shaarawy e Maitland-Niles che si candidano. Per il resto sarà la Roma tipo. A cominciare dal bomber inglese che gioca e si gira la città, sempre con lo stesso sorriso.
FONTE: Il Tempo – A. Austini