Alle 19.00, Josè Mourinho risponderà alle domande dei giornalisti nella conferenza pre gara di Roma-Lazio:
Partirei dalle emozioni; perché rimane una partita unica, lei di derby ne ha giocati tanti. Di campo: ha recuperato tutti, compreso Pellegrini? “Tutti recuperati. Solo Spinazzola. Tutti gli altri ci sono. Emozioni…è un derby. Sempre qualcosa in più delle altre partite. Il primo è stato il derby di Lisbona, domani quello di Roma, ma tanti, alle emozioni sono abituato”
Questo derby può avere qualcosa in più? Dopo due anni di pandemia stadio pieno… “Sarà un ambiente più bello. Qualcuno è stato giocato a porte chiuse e sicuramente non è stato il derby dei tifosi, che erano a casa, mentre ora tornano quasi alla normalità, dove si confonde che c’è una squadra che gioca in casa e una fuori, perché lo stadio è di entrambe. È più bello, il calcio senza tifosi non è calcio e il derby senza tifosi non è derby”
Zeman ha detto che la Lazio per lui è favorita e che la Roma di Mourinho ha deluso sul piano del gioco… “Non ti aspetti che un allenatore con 25 titoli risponda a uno con due serie b…se tu mi fai una domanda in relazione ai signori Trapattoni, Capello, però Zeman per favore non posso rispondere. Mancano 5 domande”.
Dopo il Vitesse ha parlato di una squadra che ora sa resistere. Quanto sarà importante domani questo e l’approccio? “Lo è in tutte le partite, non solo nel derby. Quando dico saper resistere dico che nelle ultim 5, 6, 7 partite è stato tutto lì: con l’Atalanta 1-0 per noi, con Udinese e Vitesse 1-0 per loro, con il Sassuolo 2-1, sono state tutte partite con questi risultati in cui se vinci devi avere la forza di reggere il risultato, se stai perdendo devi fare di tutto per avere un risultato positivo. Contro la Lazio all’andata era 3-2 per loro e noi fino all’ultimo secondo abbiamo lottato per un risultato migliore. La nostra squadra, con le sue caratteristiche e i suoi limiti, neanche contro la Juventus che è la partita più iconica di questo potevamo pareggiare anche quella. Se questa squadra ha una caratteristica che mi fa pensare che un risultato migliore è possibile è che c’è sempre, fino alla fine”
Lei ha giocato 98 derby: qual è quello più passionale che ha vissuto? “Tutti, perché quando gioco un derby non lo faccio pensando a me stesso, ma a quelli che storicamente danno sangue, da quando sono nati, che lo vivono come tifosi. Ho giocato Benfica-Sporting come allenatore del Benfica e poi contro il Benfica da allenatore del Porto, il derby è il derby e tu ti devi mettere nella posizione non da allenatore, ma nella prospettiva degli altri e gli altri sono le persone più importanti di una squadra di calcio: i tifosi. Non posso scegliere il derby più importante per me, ora è questo. Gioco per i tifosi della Roma. Ne mancano 3”.
Pedro ha segnato 9 gol in stagione: se tornasse indietro se lo terrebbe alla Roma? Può raccontarci la sua versione del suo addio alla Roma? “Non racconto la storia perché se qualcuno deve farlo è Tiago Pinto, il direttore. Se ha fatto 9 gol benissimo per lui e per la Lazio”.
A Roma la parola ambiente ha avuto significati controversi. C’è qualcosa di Roma che l’ha colpita e che non si aspettava? “L’affetto, anche prima di arrivare. Di solito quando uno arriva in un club l’affetto è qualcosa che si guadagna con tanto lavoro, dando tutto te stesso per meritarlo, con la Roma invece l’affetto è stato anche prima di arrivare, di sudare per la prima volta a Trigoria, anche prima dell’allenamento l’affetto già c’era. È gente con un cuore speciale per dare affetto senza ricevere niente in cambio”
Le piace una Roma che controlla di più la gara o quella che riparte? “La Roma che mi piace di più è quella che vince e domani voglio una Roma che vince”.
Le condizioni di Pellegrini? “Perfette. Quando uno va a casa dopo una partita con la febbre non posso dirti che è al 100%, ma oggi si è allenato senza problemi, nella sua testa è disponibile per giocare, nessun bluff: gioca”.
FONTE: Redazione Tuttoasroma – R. Molinbari