Mancano ancora due mesi pieni alla fine della stagione ma un risultato la Roma lo ha già ottenuto. I maledetti infortuni, che hanno distrutto i piani di tutti gli allenatori che si sono susseguiti negli ultimi anni sulla panchina giallorossa, sotto la gestione Mourinho si sono ridotti drasticamente. Parliamo degli stop di natura muscolare, gli unici teoricamente riconducibili ai metodi di lavoro, quelli che sulla carta si possono prevenire e gestire.
I numeri dopo le prime 30 partite di campionato dei giallorossi – alle quali ne vanno sommate 12 tra Conference League e Coppa Italia – raccontano che la svolta sembra finalmente arrivata. Secondo i dati raccolti da siamolaroma.it, gli infortuni muscolari sono due terzi in meno rispetto alle medie delle precedenti tre stagioni.
Quindi le due di Fonseca e l’annata divisa tra Di Francesco e Ranieri. Sono infatti 13 i ko muscolari subiti fin qui dai romanisti, con ricadute sofferte solo da Pellegrini ed El Shaarawy e 32 partite complessive saltate da tutti i giocatori, contro i 35 stop e le 110 “indisponibilità” registrate nell’intero scorso campionato.
Detto che una componente di casualità esiste sempre, come ha fatto la Roma di oggi a contenere un problema che sembrava irrisolvibile? Alla base c’è il lavoro diverso impostato dallo staff di Mourinho, che punta molto sulla prevenzione in palestra e su tempi di recupero allungati per non correre rischi.
Oltre all’aspetto dell’alimentazione, che viene in realtà curato con minuziosità da anni, sembra migliore anche la collaborazione tra i medici Manara e Costa con gli uomini di campo. Dal preparatore Stefano Rapetti, ex Inter e Manchester United, al venezuelano Carlos Lalin passato anche lui per Old Trafford e poi portato al Tottenham da Mourinho, non c’è dubbio che i metodi utilizzati quest’anno stiano portando a dei risultati sul piano fisico mai ottenuti dai predecessori, molti dei quali professionisti di indubbia qualità.
C’è un altro fattore che la Roma ritiene decisivo: la cessione di una serie di calciatori in là con gli anni e con una storia di infortuni importante alle spalle. A quei numeri terribili del passato hanno infatti contribuito in buona parte i vari Perotti, Pastore, Fazio e in ultimo Pedro
FONTE: Il Tempo – A. Austini
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