Mourinho e Pellegrini sono pronti: la Roma può andare a Tirana. Comincia sorridendo José, racconta della “costosa bottiglia di vino” che gli ha regalato Rodgers – “il mio favorito” – ma poi analizza così. “Fino a 4-5 mesi fa questa partita la Roma non l’avrebbe pareggiata ma persa, mi sembra ci sia una crescita della personalità. Avremmo potuto portare a casa lo 0-1, ma è un risultato accettabile. Ora c’è una finale da giocare non a Tirana, ma a Roma. Davanti alla nostra gente”.
La testa, però, è già al ritorno. “Sono sicuro che prima della partita qualsiasi romanista avrebbe firmato e sorriso se qualcuno avesse detto che si deciderà all’Olimpico. Io non sorrido perché capisco che anche con 70 mila allo stadio e tanti fuori, sarà difficile. Non mi considero favorito e devo pensare anche al campionato. Devo pensare al Bologna, finire 5° o 6° per noi è importante. Vogliamo avere la sicurezza di giocare l’Europa, non possiamo aspettare di vincere o no la Conference. Abbiamo il quinto posto nelle nostre mani”.
Concentrato è anche capitan Pellegrini, giunto al tredicesimo gol stagionale. “Era un esame importante e l’abbiano superato, soprattutto nella prima ora di gioco.Penso sia normale incontrare difficoltà, non era semplice giocare qui e l’abbiamo fatto. Siamo fiduciosi, abbiamo ottenuto un buon risultato col sacrificio. In Premier sono bravi a mettere intensità, magari sono meno attenti tatticamente. È il mio punto di vista, il campionato italiano si sta alzando di livello ed è una buona notizia”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
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