È nato in una notte di metà settembre del 2018, al Santiago Bernabeu. Partita d’esordio in Champions della Roma di Eusebio Di Francesco. Uno stadio non qualsiasi per un giocatore non qualsiasi. Quella notte si è accesa una stella, Nicolò Zaniolo. A Madrid riflettori su quel ragazzo arrivato alla Roma quasi per caso (inserito nell’affare Nainggolan con l’Inter) e che oggi lotta per un futuro sempre qui ma non è detto che l’impresa gli riesca, forse quella è la partita più difficile: se ne parlerà a fine stagione, tra il gm Pinto e il suo procuratore Vigorelli.
Lui, Nick, al Bernabeu, ancora non sapeva: trequartista, esterno, mezz’ala. Tutti convergevano sulle sue doti tecniche, che nel tempo sono cambiate ma pur sempre confermate. Di Zaniolo si discute spesso l’atteggiamento, non le qualità calcistiche. Dopo il doppio infortunio consecutivo (al crociato), Nicolò si è irrobustito, ingigantito, la sua classe è stata scavalcata dalla potenza.
Ora a Roma è un titolare, non più una scommessa. Ma quella stella non si è ancora accesa definitivamente, è andata a intermittenza. Le Coppe però le sente, sono nel suo destino. Da quella sera al Bernabeu. Di notte si è spesso acceso, anche nelle stagioni in cui è mezzo e mezzo, tipo questa. Nick, lo abbiamo visto con il Bodø, no? Tripletta. Alla Zibì Boniek, il bello di notte anni 80, quello che in campionato non convinceva ma poi ha fatto vincere alla Juve la Coppa delle Coppa e quella dei Campioni, seppur in mezzo a una tragedia.
E di notte brave Nicolò ne ha vissute anche in Champions, da ragazzino, appena diciannovenne. E non solo per quell’esordio improvviso, prima ancora di mettere piede in serie A, ma Zaniolo ha fatto centro anche in una serata di fine inverno di quella stessa Champions: allo stadio Olimpico, segna una doppietta contro il Porto, andata degli ottavi di finale di Champions League, 12 febbraio del 2019.
In Coppa, Nick si è spesso fatto valere. Basaksehir e M’gladbach le sue vittime nell’Europa League 19-20, Trabzonspor, Zorya Lugansk e Bodø quelle nell’attuale Conference. Ora c’è il Leicester, domani all’Olimpico. Il suo stadio – Mourinho permettendo – per un’altra notte magica. Quella finale.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni
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