Ci sono segnali che non possono, anzi che non devono essere trascurati. E che, per questo, vanno valutati, decifrati e forse anche interpretati. Perché ti aiutano a capire, ti spingono a non arrenderti a braccia alzate alla semplice evidenza. Ti consentono di sognare, insomma. O di illuderti, chissà. Tanto la differenza tra sogno e illusione, specie quando c’è di mezzo un pallone che rimbalza su un prato verde, non è così profonda.
Ecco perché quel salvataggio di Pellegrini, sabato sera contro il Venezia, minuto numero 96, non può, anzi non deve passare inosservato. Non può essere etichettato come un semplice recupero alla disperata. Ricordate la scena? Roma tutta in avanti, palla persa e Venezia lanciato in contropiede due contro uno, con il secondo gol degli ospiti più che nell’aria. La storia della partita, però, non aveva fatto i conti con il capitano della Roma, con il suo scatto di settanta metri per tentare l’impossibile, con la sua scivolata per deviare il pallone e sbarrare così la propria porta.
Si dice, in questi casi: un salvataggio che vale quanto un gol. Un gol negato, nell’occasione. Al punto che – paradossalmente – per la Roma si potrebbe addirittura parlare di un punto guadagnato, non di due punti persi. Assurdo anche solo pensarlo ad alta voce, visto l’andamento della gara, ma la cronaca la fanno sempre gli episodi.
E, allora, perché non sognare, perché non illudersi che quella rincorsa di Pellegrini, quel gol negato e quella sconfitta evitata all’ultimo respiro possano rappresentare un punto di (ri)partenza per la Roma verso l’Europa? E se la squadra di José Mourinho dovesse centrare il traguardo continentale proprio grazie al punto conquistato contro il Venezia già retrocesso? Fantacalcio? Illusione? Follia? Di tutto un po’, forse. La situazione, guardando la classifica, è complicata assai.
FONTE: La Repubblica – M. Ferretti
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