Nel calcio, a volte, i conti con le botte della vita si pareggiano. Magari Nicolò Zaniolo è ancora in credito, perché due infortuni seri al ginocchio quando la carriera stava spiccando il volo quasi due anni buttati nel cestino, con il timore di non tornare quello che eri – ovvero una splendida prospettiva europea – richiedono molta moneta per tornare in attivo, ma il gol di ieri sera è sicuramente un‘ottima polizza di risarcimento.
Zaniolo ha vissuto mesi su mesi prigioniero di un lunghissimo tunnel. La ricaduta del 7 settembre di quel maledetto 2020, con la nazionale, contro l’Olanda, avrebbe potuto non solo segnare in modo irreparabile il fisico, ma anche spingere un ragazzo appena over 20 verso la depressione. Risalire non è stato facile. Nicolò ha rivisto la luce non in modo folgorante, ma giorno dopo giorno, senza accecarsi, ma ritrovando i contorni giusti, la percezione delle cose, la visuale nitida. L’impatto con José Mourinho è stato un inedito.
Mourinho non ha avuto problemi a trovare lo spartito giusto per accompagnare Zaniolo verso la risalita. Bastone e carota. Panchina e campo. Fino alla serata liberatoria, in questa Conference alla quale si è aggrappata la Roma non solo per dare un senso alla stagione, ma anche per avviare il famoso Progetto, con la P maiuscola.
FONTE: Il Messaggero – S. Boldrini
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