No, non era una bugia. L’affondo dell’Inter per Mkhitaryan, negato dal gm Tiago Pinto alla vigilia dell’ultima gara di campionato contro il Torino, ha lasciato stupito per primo il dirigente portoghese. Si è dovuto però ricredere e arrendere davanti all’evidenza. Non invece alla possibilità di perderlo.
In primis perché un tira e molla del genere era accaduto anche lo scorso anno e quando il calciatore sembrava ormai lontano, a sorpresa aveva rinnovato in extremis. E poi perché l’armeno ancora non ha firmato con i nerazzurri (che ieri, tardivamente, hanno comunicato a Trigoria di aver raggiunto un’intesa verbale con il giocatore).
È certamente ad un passo, ha detto sì alla proposta biennale da 4 milioni più bonus (e 2 milioni alla firma) messa sul piatto da Marotta ma non firmando si lascia aperta una porta, aspettando il rilancio della Roma. Che più di tanto però non intende salire. Un nuovo contatto è previsto a inizio settimana. Le possibilità, tuttavia, di fargli cambiare idea appaiono minime.
Micky ma non solo. C’è poi la questione Zaniolo. Mourinho ha chiesto 3-4 innesti per puntare alla Champions, sottintendendo la conferma dei titolari di questa stagione. E Nicolò è uno di questi. Il gol di Tirana gli ha regalato una forza contrattuale non indifferente, complicando non poco il lavoro del gm lusitano (che a metà settimana si concederà qualche giorno di relax in Portogallo).
Zaniolo ha un contratto che scade nel 2024. Per rinnovare, forte della valutazione fatta dal club del suo cartellino (60 milioni), chiede un contratto adeguato. Ossia, percepire quanto Abraham e Pellegrini (6 milioni). A queste cifre la Roma non arriva. Due le ipotesi al vaglio. La prima è quella più pericolosa per il club: non prolungare e avvicinarsi alla scadenza, concedendosi un’altra annata per capire se vale la pena fare di Nicolò il front-man tecnico della società oppure in corsa emulare l’operato della Fiorentina con Vlahovic.
La seconda è provare a venirsi incontro. Come? Rinnovando in estate a cifre più basse rispetto ai 6 milioni richiesti (4,5/5, il doppio di quanto percepisce ora grazie ai benefits), ma inserendo una clausola rescissoria sui 50 milioni. Oggi club disposti a spendere questa cifra per Nicolò non ci sono.
Al massimo le proposte che circolano sono di 30-35 milioni più l’inserimento di un calciatore. Lo sanno sia la Roma che l’entourage del ragazzo. Sarebbe un modo per rinviare il problema, garantendosi comunque da entrambe le parti una exit-strategy, non dimenticando che il 15% della futura rivendita spetta all’Inter.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina
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