Pronto a ripartire dopo l’assaggio di campo avuto nel finale della scorsa stagione, Leonardo Spinazzola si sta preparando al massimo per la stagione imminente. Il terzino della Roma ha parlato al quotidiano, affrontando diversi temi.
Si è regalato un tatuaggio particolare in questo anno di stop… “Sul braccio sinistro ho messo la mia famiglia, moglie e figli. Ma devo finire ancora la fenice, faceva malissimo. Ci tengo, simboleggia l’uccello che risorge dalle sue ceneri”.
Un giorno ha detto: “Fermarmi mi ha fatto crescere, ora mi sento un leone”. In cosa è cresciuto? “Quando l’ho detto mi sentivo così, subito dopo però mi sono sentito la preda del leone. In tanti potevano mollare e abbattersi, mentre io venivo dall’Europeo, il mio momento più bello a livello calcistico, poteva arrivare di tutto. Dopo l’operazione lavoravo come un matto, poi ho avuto due mesi molto difficili. Ma è il passato”.
Poteva arrivare anche il Real Madrid. Ci pensa mai? “L’interessamento di un club di quel livello può fare solo piacere. Lì sapevo di essere uno dei migliori terzini al mondo. Voglio tornare a quei livelli e sono sicuro che ce la farò. Nel mio ruolo sarò ancora un top mondiale”.
A sinistra lei dovrebbe essere il titolare, ma Zalewski spinge e chiede spazio… “Rivalità normale, che mi fa anche piacere. Nicola è bravo, giovane e può crescere tanto. Se potrò dargli una mano lo farò volentieri. Giocare insieme? Dipende dal mister, dal modulo, magari anche in corsa”.
Roma da Champions? “Possiamo alzare l’asticella e ci riusciremo. Il gruppo lavora con il mister già da un anno, in più sono arrivati tanti “doppioni” di qualità. Con una stagione così compressa è quello che serve, altrimenti qualcosa lasci inevitabilmente per strada”.
Intanto è arrivato Dybala, che lei conosce molto bene… “Giocatore incredibile: può segnare o fare la giocata in qualsiasi momento. Uno che ti fa vincere le partite. E ragazzo gentile, tranquillo, uno che si applica sempre. Una grande persona”.
Zaniolo, Abraham, Dybala e Pellegrini possono giocare insieme? “Dipenderà dal mister, sono quattro giocatori pazzeschi. Quando ero all’Atalanta e giocavo contro la Juventus mi capitava Cuadrado e al 60’ entrava Douglas Costa. E io mi dicevo: “Ora inizia la partita”, quelli sono i minuti in cui vinci o perdi. Alzare l’asticella vuol dire anche questo: far entrare uno di questi quattro quando gli altri sono stanchi”.
Che rapporto ha con Mourinho? “L’anno scorso mi ha dato una grande mano, mi dava forza e tranquillità. Scherza in campo, ma vuole che si lavori sodo. Se gli dai questo, in cambio ti dà tanto. È una persona trasparente e diretta. E se non hai queste doti non puoi allenare squadre come Real Madrid o Chelsea, con i migliori giocatori del mondo. E soprattutto non puoi vincere ovunque”.
Dovesse invece vincere ancora con la Roma, dove festeggerete? “Non lo so, ma so che dopo la vittoria dell’Europeo c’era la metà della metà della gente che ho visto il 26 maggio. Alla Juventus vincere era la normalità. Qui no, ne avevamo bisogno tutti: squadra, città, club e tifosi”.
Dovesse arrivare anche Wijnaldum sarebbe più facile… “Con lui alzi tutto: qualità, esperienza. È il discorso dell’asticella”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese
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