Tirana è lontana, dall’altra parte dell’Europa. Almeno calcistica. Centosei giorni dopo la vittoria in Conference la Roma rimedia una sconfitta brutta in Bulgaria, la seconda dopo quella di Udine. E ora sembra lontano anche l’entusiasmo per il primo posto in classifica raggiunto meno di una settimana fa. Il responso arriva contro il piccolo Ludogorets che ha un monte ingaggi totale di poco superiore allo stipendio del solo Mancini.
Su un campo indegno per una competizione europea (un fungo avrebbe divorato il terreno) e con due rigori negati la Roma perde la prima partita del girone di Europa League. Giocando bene a sprazzi, sprecando tanto, subendo il gol dei bulgari dopo l’ennesimo errore individuale (stavolta da dividere tra Cristante e Smalling) e vanificando il pareggio di Shomurodov che aveva almeno dato un senso alla trasferta.
E invece nel finale i giallorossi si fanno beffare a difesa schierata da tale Nonato, che ha pure origini italiane. Gli alibi, legati appunto al campo e all’arbitro che non ha mai consultato il Var, non bastano. Il secondo ko in 4 giorni apre interrogativi legati anche alle scelte di Mourinho che ha schierato di nuovo il duo di centrocampo Matic-Cristante e presentato un Belotti ancora in pieno rodaggio.
Lo Special One però non si agita: «Non abbiamo fatto una partita fantastica ma mi sembrava più che sufficiente per vincere, o almeno non perdere. Sembra che tutto vada contro di noi in queste partite. Non è solo il reparto difensivo a sbagliare, non sono mai solo 3-4 giocatori. Il secondo gol è conseguenza di emotività, la squadra voleva più del pari. Menomale che mancano ancora 5 partite. Dobbiamo andare avanti, la prossima settimana fare 3 punti».
Poi un pensiero sulla Regina Elisabetta: «L’Inghilterra è casa mia, sono davvero dispiaciuto». Nell’altra sfida l’Helsinki (avversario giovedì della Roma) ha perso 2-0 contro il Betis.
FONTE: Leggo – F. Balzani