La classifica è così corta che non è proprio il caso di fasciarsi la testa. Anche se in 7 gare, 2 sconfitte (3 in 9, comprese le coppe) non sono poche e soprattutto 8 reti sembrano il minimo sindacale per una squadra che può annoverare in rosa Abraham, Belotti, Dybala e Zaniolo.
Eppure il problema appare un altro. Mourinho, in uno slancio di sincerità, lo ha evidenziato nel post-Ludogorets, parlando apertamente di “un centrocampo compassato” e di due calciatori, “Cristante e Matic troppo simili tra di loro e non dotati di alta intensità”. Inutile dire come il peccato originale risalga all’infortunio di Wijnaldum. La Roma aveva costruito un mercato sugli arrivi di Dybala e dell’olandese. La Joya ha già lasciato il segno, per Gini bisognerà aspettare il 2023.
La fotografia di quello che intendeva José c’è stata proprio contro l’Atalanta. Pur producendo tanto, la tendenza della coppia Matic-Cristante ad abbassarsi, è stata fatale nel gol di Scalvini.
Il serbo è un metronomo che difficilmente sbaglia un colpo (84,5 la percentuale di passaggi completati), utile come schermo davanti alla difesa e proprio José lo ha convinto a trasferirsi in Italia. Bryan, invece, in estate aveva ricevuto tre proposte (Milan, Siviglia e Juventus) ma sotto la spinta del tecnico a breve rinnoverà sino al 2027 con un ingaggio di 2,7 milioni che grazie ai bonus taglierà il traguardo dei 3.
E per José, sta completando una metamorfosi che ora lo vede primeggiare nella top 10 dei duelli vinti in serie A (44) e in quella dei tackle (25) ma scivolare addirittura alla 198ª posizione nella graduatoria dei passaggi chiave (2) quando pari ruolo come Tonali (13), Barella (14) e Bennacer (20), regalano ben altri numeri.
Il Milan, ad esempio, gioca con Leao e De Ketelaere, eppure ha due mediani propositivi e dinamici.Soluzioni? Considerando il minutaggio di Camara e Bove, una su tutte: l’arretramento di Pellegrini che Mou, suo malgrado, è riuscito ad adottare soltanto nelle prime due giornate.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina