Zero come i punti raccolti dalla Roma contro il Napoli, ma anche come i tiri nello specchio della porta di Meret, che non si è dovuto sporcare nemmeno i guanti. Basterebbe questo dato per fotografare il momento che sta attraversando l’attacco della roma, orfana del suo uomo migliore, cioè Dybala. Con 13 reti in 11 gare di campionato (la media è di 1.18 a partita), la Roma ha l’ottavo attacco della Serie A, un dato che stride col valore degli uomini a disposizione di Mourinho ma in linea con quanto visto la scorsa stagione, quando i giallorossi chiusero il camoionato con 59 reti e il 9° reparto offensivo.
“Anche se segniamo poco siamo comunque una squadra che riesce a creare molte occasioni“, aveva detto il tecnico portoghese primq della gara col Napoli. Domenica sera, però, di occasioni non ce ne sono state, così come i tiri nello specchio della porta. Alla Roma non capoitava addirittura dal 2015, sette anni fa, proprio contro il Napoli, tra l’altro. Allo Special One era capitato due volte in carriera: la prima in un Newcastle-Chelsea del 2007 terminata 0-0, la secondaa in un Bournemouth-Tottenham del 2020, finita con lo stesso risultato.
Altro dato preoccupante, è che gli attaccanti della Roma senza Dybala sul terreno di gioco non sanno segnare su azione: in Serie A senza la Joya del reparto offensivo ha fatto gol soltanto Pellegrini con la Sampdoria, ma su calcio di rigore; in assoluto è stata segnata una sola rete da parte degli attaccanti, quella di Belotti contro il Betis in Europa League.
A pesare sono il digiuno di Zaniolo, ancora fermo a zero gol in stagione, e la crisi di Abraham, che di reti ne ha realizzate solamente 2 in 14 partite. Leggermente meglio, ma di poco, ha fatto Andrea Belotti che di gol ne ha realizzati 2 in 12 spezzoni di partita mentre Shomurodov è fermo a 1 rete in 5 gare.
La sconfitta con il Napoli, poi, è stata la numero 19 in 70 partite di Josè Mourinho sulla panchina giallorossa: è la peggiore media del portoghese da quando allena. “Sto battendo tutti i miei record negativi”, ha avuto modo di dire lo Special One dopo sconfitte clamorose come quella contro il Bodo in Conference la passata stagione, o quella contro l’Udinese. Ora c’è bisogno di un cambio di marcia. Completo e definitivo.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini