L’apparizione di Wijnaldum, fin qui visto soltanto bello come il sole emergente da una piscina trigoriana. I muscoli mondiali e ristabiliti di Dybala, da gestire come il bene più prezioso del pianeta, basti ricordare quei venti minuti giocati contro il Torino prima della sosta mondiale per capire fino in fondo cosa vuole dire la parola differenza. La paternità di Abraham, magnete, si spera, determinante per riscoprire il Tammy da ventisette gol nella sua prima stagione italiana.
I potenziali effetti speciali di Zaniolo che, magari, alimentati da un contratto che ritarda, possono tornare a essere da Oscar e, allora, chi offre di più? Spinazzola che ritorna se stesso, basterebbe all’ottanta per cento di quello visto nel trionfale Europeo concluso a Wembley. Il ritorno al passato di Zalewski, quello della sua prima stagione nel calcio dei grandi quando ha fatto capire di poterci stare e pure bene. La novità vichinga di Solbakken, conquistato da Roma e dai suoi tifosi, ora tocca a lui conquistarli. Matic che si ricorda di essere Matic, quello in grado di essere il regista di una squadra che fin qui ha pagato pedaggio alla latitanza di un giocatore in grado di capire il senso di una partita, dettare tempi e geometrie di un gioco quasi sempre rimasto sulla lavagna degli spogliatoi.
Il possibile ritorno a casa di Frattesi per una botta di brillantezza, velocità, coraggio, tre elementi che mancano come il pane alla manovra giallorossa. E poi, guai dimenticarselo, il santone José da Setubal, nessuno come lui sa come si vince. Sommate, agitate con cura, versate con attenzione, il risultato si legge margini di miglioramento della Roma mourinhana. Che si sta preparando ad affrontare il nuovo anno con l’obiettivo di tornare ad ascoltare in campo la musichetta che piace tanto della Champions League.
Non c’è una squadra in Italia, almeno tra quelle che puntano a uno dei primi quattro posti, che possa ripresentarsi al via del torneo di clausura con così tanti margini di crescita come la Roma dello Special One. Forse si potrebbe dire la Juventus, Pogba, Di Maria, Chiesa, Vlahovic, fin qui quasi del tutto assenti, ma è anche vero che le vicende giudiziarie possono costituire un freno importante a breve e medio termine.
FONTE: La Repubblica – P. Torri
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