Sembrava una partita persa senza neanche essere stata giocata, poi è stata una partita pareggiata con due gol praticamente a tempo scaduto, e per questo festeggiata come una vittoria. È finita 2-2 a Milano, in casa dei campioni d’Italia, con vantaggio alla mezz’ora di Kalulu su azione da calcio d’angolo, raddoppio di Pobega al 32’ del secondo tempo su bruciante ripartenza con la Roma un po’ sbilanciata, al 2-1 ha provveduto Ibañez su calcio d’angolo di Pellegrini all’87’ e al 2-2 Abraham al 93’, ancora sugli sviluppi di un calcio piazzato, stavolta una punizione laterale, calciata ancora da Pellegrini e deviata di testa prima da Vranckx in barriera, poi da Matic addosso a Tatarusanu, con Tammy pronto al tap-in.
E dunque la giornata che da pronostici diffusi avrebbe dovuto far allontanare la Roma da diverse avversarie dirette, è terminata con una sorta di nulla di fatto, per via dei pareggi inattesi della Lazio con l’Empoli e dell’Inter a Monza (con modalità simili peraltro a quelle della Roma a San Siro) e dunque con il quinto posto mantenuto, in attesa della partita dell’Atalanta di stasera (a Bologna). La Roma ha chiuso così imbattuta le tre trasferte solitamente tabù contro Inter, Juventus e Milan: solo nel 1954-55 erano stati fatti più punti in questi tre viaggi, sette.
Avrà festeggiato anche Mourinho, nascosto come al solito nei van societari con collegamenti satellitari. La sorpresa a inizio gara l’aveva riservata scegliendo l’attacco con i quattro tenori, mossa di indubbio coraggio in casa del Milan campione d’Italia, dopo peraltro che col Bologna sia Zaniolo sia Dybala avevano dovuto lasciare il campo con qualche acciacco, lasciando presagire di non aver comunque 95 minuti di piena autonomia: alla fine c’è arrivato l’argentino, Nico è uscito al 21’ st, dopo una prestazione mediocre.
Schieramento più accorto col Bologna, dunque, con due mediani a supporto di una trequarti fantasiosa, e più spudorato col Milan, con Pellegrini ad abbassarsi vicino a Cristante, Dybala alle spalle di Abraham e Zaniolo che in fase di non possesso avevano il compito di schermare qualche giocata rossonera: in particolare Nicolò doveva allargarsi a contenere gli estri perlomeno iniziali di Theo Hernandez (compito peraltro perfettamente riuscito nel primo tempo) mentre Abraham doveva buttare un occhio sull’altra fascia, ma quando Calabria “bucava” lo schieramento era Pellegrini ad uscire alto, con Tammy a ripiegare nel mezzo sui registi e Paulino lasciato, unico attaccante, senza compiti difensivi.
Sulle fasce Celik (subito ammonito, tra le proteste di tutti i romanisti) e Zalewski, dietro i tre soliti titolari. La scelta strategica romanista è stata d’attesa e per trenta minuti il compito è stato svolto con grande disinvoltura, col Milan bloccato con i terzini (Calabria e Hernandez) sempre piuttosto cauti, i registi (Bennacer e Tonali) mai ficcanti, gli esterni Leao e Saelemaekers sempre fermati dai quinti romanisti, e Brahim Diaz alle spalle di Giroud, ben tenuti dai centrali. Il gol che ha spaccato il primo tempo è arrivato in maniera un po’ causale, su calcio d’angolo.
L’azione che lo ha determinato è stata invece l’unica azione concreta costruita dal Milan nella prima frazione, con una ripartenza nata da una serie di contrasti vinti, verticale di Theo Hernandez e tiro di Brahim Diaz deviato oltre la traversa da Rui Patricio. Sul corner di Saelemaekers, Kalulu è sfuggito alla marcatura di Ibañez e ha deviato da cinque metri verso la porta, cogliendo impreparato il portiere portoghese che ha solo deviato la palla senza toglierla dalla porta.
Dopo il gol il canovaccio tattico non è cambiato, e l’atteggiamente prudente della Roma ha forse un po’ sorpreso il Milan, che si è ritrovato a palleggiare con una certa facilità, ma senza il mordente che può darti un risultato da inseguire. Alla fine il possesso palla è stato tutto loro (addirittura 69% a 31% al termine del primo tempo), ma senza un reale riscontro nelle occasioni da gol.
Anzi è stata paradossalmente la Roma a rendersi pericolosa, con un paio di giocate importanti. La prima al 34’ con un bel tacco in area di Abraham per Dybala che fintando il tiro ha avuto la lucidità di far passare il pallone sotto le gambe di Tomori, ma non è poi riuscire a controllare il pallone viscido per la conclusione.
Al 42’ ancora Dybala con un gran cambio di gioco ha trovato Zalewski a sinistra con tanto spazio davanti, il polacco si è accentrato e ha calciato a giro mandando la palla a mezzo metro dalla porta di Tatarusanu, senza servire però proprio Dybala che si era appostato al limite dell’area ignorato piuttosto clamorosamente da tutti i difensori rossoneri. Subito dopo ancora Paulino ha cercato una conclusione al volo da fuori area dopo un rimpallo, ma non ha controllato bene la traiettoria.
PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO CLICCARE QUI
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco
Ritardo Nervosa Affonda Roma Vina Espulso Mourinho Attende Piano Friedkin