C’è poco da fare: quando le cose non vanno, sul banco degli imputati sale il calciatore più rappresentativo, quello che la gente sente più vicino. Nel caso della Roma, il Capitano. É accaduto in passato a Giannini, poi a Totti, a De Rossi e ora è il turno di Pellegrini. Al fischio finale di Roma-Cremonese, dopo esser stato l’unico a voler parlare nonostante il clamoroso flop dei giallorossi, Lorenzo è stato subissato di critiche. Paradossalmente il moto d’orgoglio nel post-gara che voleva essere un’assunzione di responsabilità (“Problemi fisici? Dette cose non vere, ora sto bene”) si è trasformato in un boomerang.
In realtà Pellegrini non sta bene. Non è stato questo o quel giornale a scriverlo o questa o quella radio a dirlo. Lo ha ammesso un signore che di nome fa José e di cognome Mourinho, tra l’altro non solo una volta. Ergo, non c’è nulla da smentire. Perché in discussione non e l’integrità fisica del calciatore, difficoltà muscolari come accaduto col fastidio alla coscia di qualche settimana fa ma semplicemente una situazione di gioco che lo ha visto subire una ginocchiata tra il gluteo e la schiena.
In questi casi un tecnico può scegliere due vie: mettere un giocatore a riposo e aspettare che recuperi oppure farlo recuperare giocando. Che poi non stia giocando ai livelli della passata stagione è il primo a saperlo. Eppure, nonostante tutto, rimane il migliore assist-man (5) della Roma e tra i migliori del campionato (dietro solo a Deulofeu, Mario Rui e Zielinski a quota 6) ma anche colui che insieme a Dybala è primo nella statistica delle grandi occasioni create (7). Proprio perché le aspettative nei suoi confronti sono alte, Lorenzo non si può arrabbiare.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina