Per Roma e Sassuolo è il momento delle riflessioni riguardo alla trattativa che dovrebbe portare Gregoire Defrel in giallorosso. Nei giorni scorsi le due società si sono confrontate, hanno parlato con il calciatore e con il suo agente. La situazione, adesso, è chiara per tutti: Defrel vuole la Roma, e la vuole adesso. I dirigenti del Sassuolo ne hanno preso atto, in primis il presidente Squinzi, e così sono passati nel giro di poche ore da «È incedibile, è impossibile che vada via» a «Vorremmo che rimanesse, ma siamo pronti ad ascoltare l’offerta della Roma».
Anche la società giallorossa ha spostato leggermente il tiro. Luciano Spalletti ha sempre gridato ai quattro venti la necessità di avere un rinforzo, ma domenica, dopo la gara vinta 1-0 contro il Cagliari, si è limitato a dire: «Stiamo bene anche così». Schermaglie, che in realtà confermano la trattativa in corso. «È un momento delicato, in cui il silenzio gioverebbe a tutti. Si farebbe bene a lavorare con diplomazia», le parole dell’agente del calciatore che tra i suoi assistiti ha anche Lorenzo Pellegrini, in prestito al Sassuolo (16 presenze, 4 gol in campionato) con «misterioso» diritto di riscatto da parte della Roma, che però non dovrebbe entrare nella trattativa.
Le due società stanno ragionando su un prestito lungo (18 mesi) con obbligo di riscatto, che il Sassuolo vorrebbe intorno ai 20 milioni di euro, mentre la Roma non vorrebbe superare i 15. Un peso importante l’avrà l’inserimento di alcuni giovani: Ricci è uno di questi, così come Marchizza (ma non Tumminello). Nelle prossime ore Massara incontrerà nuovamente il Sassuolo, per sferrare l’attacco decisivo. Potrebbe essere il suo unico regalo a Spalletti, perché da Siviglia continuano ad arrivare segnali da parte di Monchi, considerato ormai da molti il d.s. in pectore della Roma. «Sono convinto – le sue parole – che in Ligue 1 e in Serie A potrei lavorare meglio rispetto alla Premier. Ho bisogno di sfide e di provare nuove situazioni, non voglio che il mio nuovo club paghi la clausola rescissoria. Mi sono ispirato a club come il Lione e al Porto, società che comprano, spendono poco, vendono bene e hanno accompagnato queste operazioni con successi sportivi». Musica per le orecchie di James Pallotta.