Serviva un successo, liberatorio, per mettere alle spalle l’eliminazione dalla Coppa Italia e far tornare il sereno sul cielo della Capitale. Un ko incredibile arrivato per mano della Cremonese che ieri ancor più incredibilmente ha perso 0-2 in casa contro il Lecce dopo aver «seccato» Napoli e Roma: forse Ballardini & Co. hanno pagato il conto energetico fisico e mentale.
Ma quella è un’altra storia e a Mourinho interessa il giusto perché deve pensare a una Roma che con i tre punti di ieri torna a respirare aria di Champions: aggancia l’Inter al secondo posto (complice il ko dell’Atalanta col Sassuolo) aspettando le altre che giocano tra oggi e domani. All’Olimpico, ancora una volta sold out (siamo a ventuno… ed è tutto vero), quella contro l’Empoli non è mai stata una partita.
La Roma ci mette sei minuti a chiudere la pratica: apre Ibanez di testa sul fantastico angolo di Dybala che tre minuti dopo offre la stessa palla al testone di Abraham. L’inglese torna a segnare nello stadio di casa duecentosettantacinque giorni dopo (non andava a segno all’Olimpico in campionato dal derby del 20 marzo 2022 contro la Lazio) e mostra tutta la rabbia… liberatoria pure quella.
Da lì in avanti è stato contenimento, altre occasioni non concretizzate per fare il terzo gol e grande controllo su un Empoli poco pericoloso sotto porta: Rui Patricio fa di fatto una sola parata vera in tutta la serata. È chiaro che il rientro dei titolari ha fatto tutta la differenza del mondo, perché la Roma non ha una panchina in grado di garantire la stessa qualità quando fa con due o tre cambi.
Il portoghese ha imparato la lezione e, dopo aver sbagliato formazione in coppa, stavolta non ha voluto rischiare nulla: nemmeno quando nella ripresa sembrava auspicabile il cambio di Dybala dolorante per una botta al gluteo sinistro. Invece no, Mourinho lo ha tenuto dentro almeno finché non si è sentito sicuro di aver fatto bottino pieno.
La squadra così ha trovato la giusta fisionomia, i tre in difesa danno garanzie, la coppia sulla mediana Matic-Cristante cresce in maniera esponenziale e anche i due esterni sembrano in questa fase della stagione la miglior scelta: Zalewski ed El Shaarawy anche ieri non hanno di certo fatto sentire la mancanza di Celik (fuori per scelta dopo l’orrenda partita giocata in coppa) e Spinazzola fermato da un problema fisico.
Eppoi lì davanti c’è tanta qualità, perché è chiaro che Pellegrini (che ieri ha rimediato anche qualche fischio da una parte della tifoseria al momento del cambio) e Dybala parlano una lingua molto simile e se Abraham ritrova la vena giusta, questo attacco può dar fastidio a chiunque. La classifica è aperta e non è il momento di sbagliare, perché ogni errore da qui in avanti può costare carissimo: a tutti.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini