Semplicemente inconciliabili, diversi nel modo di concepire il calcio, la vita, simili soltanto nell’ego smisurato. All’interno dello stesso spogliatoio Mourinho e Pogba sono come il giorno e la notte, cane e gatto, alfa e omega. C’è forse una frase che fotografa la distanza tra i due: “Ci sono tanti poeti nel calcio ma i poeti non vincono i tituli“. José la pronunciò dopo il trionfo in Europa League. È il primo segnale dello scricchiolio tra i due. Che divampa nella seconda stagione allo United. Mou inizia a lavorarlo ai fianchi.
Lo sostituisce in campionato con il ragazzino della Primavera Mc Tominay che poi sarà preferito anche nell’andata degli ottavi di Champions contro il Siviglia. Apriti cielo. Al termine della gara, Mou promuovendo lo scozzese, affossa Paul: “Un taglio di capelli normale, niente tatuaggi o auto grosse, un ragazzo umile. Bravo il mio bambino“. Non sazio, rincara la dose in tv, abbracciando il giornalista che gli chiede del ragazzino: “Questa sì che è una domanda! Tutti a chiedermi di Pogba, invece è di lui che dovremmo parlare“.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina
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