Appena due partite da titolare nelle ultime sette, ma soprattutto l’impressione di un calciatore oramai scarico, anche sfiduciato, di sicuro non felice. Nonostante Mourinho lo abbia anche incensato nel momento del bisogno, quando nella vittoria contro la Juventus Tammy dalla panchina ha esultato come se avesse segnato lui. La realtà, però, ci dice poi che Abraham quest’anno ha deluso. E lo ha fatto anche nettamente, soprattutto se il suo rendimento viene confrontato con quello della scorsa stagione. Solo che la questione è sostanzialmente un’altra: conviene davvero mettere da parte Abraham?
Già, perché Mou sembra aver praticamente scelto, decidendo di puntare da qui alla fine soprattutto su Andrea Belotti. Che però in campionato deve ancora segnare il suo primo gol e che – voglia e sacrificio a parte – ha confermato anche in queste ultime partite alcuni limiti tecnici. Nelle ultime sette gare dei giallorossi Abraham è partito titolare contro la Real Sociedad (in casa) e il Sassuolo, mentre Belotti ha guidato l’attacco romanista nella sfide con Cremonese, Salisburgo, Real Sociedad (al ritorno) e Lazio (contro la Juventus hanno iniziato invece tutti e due dalla panchina).
Insomma, è evidente come si stia andando verso un cambio delle gerarchie al centro dell’attacco romanista. Con una postilla, però, da tenere ben a mente: Abraham è un asset strategico del club, molto più di Belotti. L’inglese, infatti, è stato pagato un anno e mezzo fa ben 40 milioni di euro (più 2 di bonus) mentre il Gallo è arrivato la scorsa estate a parametro zero. E se c’è la possibilità di andare a fare dei soldi a giugno (con la Roma che deve piazzare parecchie decine di milioni di plusvalenza) con uno dei due, quella probabilmente è molto più probabile con Tammy che non con il Gallo.
Su Abraham, infatti, c’è sempre la famosa clausola di riacquisto del Chelsea a 80 milioni, clausola che difficilmente i Blues però eserciteranno. Ma ci sono altre squadre della Premier che gli hanno messo gli occhi addosso, ad iniziare da quell’Aston Villa dove Abraham ha già giocato nel 2018-19, trascinando il club di Birmingham dalla Championship in Premier. E poi sembra che anche il Manchester United lo stia monitorando da vicino, per capire eventualmente come affondare il colpo.
Ecco, allora, lasciare ancora fuori Abraham vorrebbe dire fargli perdere valore, oltre che immalinconirlo ancora di più di quel che è già adesso. Certo, anche lui deve cambiare passo, darsi una svegliata, iniziare a metterci più cuore e voglia in ogni partita. Tanti tifosi lo hanno oramai mollato, tra radio e social le critiche si sprecano. Ma a 25 anni e da neo-papà (il 3 marzo la fidanzata Leah gli ha regalato il piccolo Amari), Abraham deve trovare il modo di reagire e di rialzare la testa.
Il confronto con lo scorso anno (…) è ovviamente negativo: basti pensare alle 27 partite da titolare contro le 34 di un anno fa, alle panchine (11 contro 3), ma soprattutto ai 7 gol contro i 20 della scorsa stagione. Certo, lo scorso anno Tammy aveva calciato anche un paio di rigori (quest’anno sono di competenza esclusiva di Pellegrini e Dybala), ma in generale in questa stagione ha tirato molto meno in porta (62 volte contro 101) ed ha una percentuale realizzativa quasi dimezzata (11,29 contro il 19,8% del 2021/22).
Il motivo? Lui ci ha messo del suo, è evidente, ma anche il gioco rinunciatario della Roma non lo aiuta di certo (come non aiuta lo stesso Belotti). Basta vedere anche il dato dei cross, che quest’anno sono scesi da 446 a 369. Insomma, c’è da salvare il soldato Abraham. Anche se poi pure lui dovrà darsi una mano da solo.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese