Mourinho non fa drammi e fa bene. Ma per andare avanti in Europa e continuare a sognare, giovedì all’Olimpico servirà l’ennesima «remuntada». Gli olandesi del Feyenoord vincono in casa per 1-0, risultato bugiardo che penalizza fin troppo una Roma padrona del campo per buona parte della gara, ma che non riesce a trovare l’episodio giusto per svoltare.
Stavolta la squadra di Mourinho è anche sfortunata, sbaglia un rigore con capitan Pellegrini (cambiato all’intervallo dal portoghese… punizione?) che centra il legno numero 25 della stagione giallorossa, e poi prende una traversa nella ripresa (e 26…). E c’è un gol annullato dalla tecnologia con palla entrata per trequarti ma rimasta, miracolosamente, in campo grazie all’intervento in extremis del difensore olandese.
Basta? No, perché nel mezzo due infortuni importanti che cambiano la dinamica della serata europea ma anche le prospettive del tecnico in vista delle prossime sfide. Dybala chiede il cambio dopo ventiquattro minuti di gioco e i gesti, una volta in panchina, sono chiari: problema muscolare all’adduttore destro. Difficile che torni in campo a breve. Poi, nella ripresa, si blocca anche Abraham: per l’inglese lussazione alla spalla destra che prevede anche per lui tempi di recupero non strettissimi.
Tre minuti prima del suo infortunio il Feyenoord era passato avanti con un gol rocambolesco che conferma la serata «no» dei giallorossi: della serie la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo. Diagonale di Wieffer che attraversa l’area giallorossa, sfugge al tocco di Jahanbakhsh e si infila alle spalle dell’incolpevole Rui Patricio.
È andata così, la serata evidentemente era scritta. Sconfitta che fa male soprattutto per come si è materializzata, ma che non cambia il concetto ben chiaro nella testa di Mourinho: all’Olimpico bisognerà vincere e farlo senza mezze misure per andare avanti. E per quanto visto ieri sera in Olanda è una cosa che i giallorossi possono fare. Perché la Roma è sempre stata in partita, ha rischiato qualcosa lì dietro ma Smalling ha tenuto in mano la situazione con decisione. E mancata solo, una volta ancora e di nuovo senza Dybala in campo, la cattiveria giusta sotto porta, quel quid in più in grado di fare la differenza.
Ora tre giorni per rimettere in ordine le idee e fare il punto della situazione medica che non dovrebbe però cambiare molto. Poi la sfida di campionato in casa contro l’Udinese per mantenere quel terzo posto che potrebbe fare tutta la differenza del mondo: soprattutto se dovessero tornare nella casse della Juventus i quindici punti di penalizzazione tolti dalla giustizia sportiva. Tutto può ancora succedere tanto in campionato quanto in Europa, la strada è ancora lunga. Certo, dopo lo scivolone di ieri sera, quella che porta alla semifinale di Europa League è un po’ più in salita.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini