Lina, allungagli ‘sto contratto. La Roma non può perdere José Mourinho, te lo chiedono, lo pretendono i sessantasettemila (fissi ormai) dell’Olimpico che hanno vissuto una serata da fantascienza. Hanno visto la loro squadra dare il fritto, spremersi fino all’ultima riserva dì energia, qualificarsi, uscire dalla coppa, passare di nuovo, battere anche la sfortuna e legittimare un successo che profuma di trionfo. Stanno ancora cantando, li senti?
Mourinho non ha sbagliato nulla: la formazione iniziale, la migliore per l’occasione; i cambi, quelli giusti e al momento giusto. La strategia, superba. La squadra l’ha seguito con un’attenzione quasi commovente. A questo punto credo sia opportuno – di più, necessario – rimettere le cose al posto giusto, soffermandosi su due assunti: Mourinho non migliora i giocatori e la Roma ha una grande rosa. Demolendo facilmente il secondo, si sotterra anche il primo.
Cominciamo dal portiere, Rui Patricio, 35 anni: preso a 33 dal Wolverhampton, da tempo non è più il numero uno del Portogallo. I centrali Mancini e lbanez sono dismissioni dell’Atalanta: il primo, un leone, ha 9 presenze in Nazionale, il secondo è entrato a far parte della Selecao grazie alla crescita reistrata sotto Mou. Smalling, 33, è uno scarto del Manchester United, ma oggi è tra i difensori di maggior rendimento della serie A: a ottobre si parlò di un suo possibile ritorno in nazionale.
Zalewski è un’invenzione dello Special; Spinazzola, dopo una favolosa partenza nell’Europeo poi vinto da Mancini, ha conosciuto solo infortuni e rientri e sta inseguendo un’accettabile continuità. Llorente giocava poco nel Leeds, Matic va per i 35 e nelle ultime stagioni allo United ha frequentato più panchine che terreni di gioco. Oggi è addirittura miracoloso.
Cristante alla Roma di José ha trovato le certezze che inseguiva. Wijnaldum è stato prestato dal Psg dopo una sola stagione e si è subito rotto: nelle ultime tre uscite ha mostrato progressi confortanti, ora l’ennesimo stop. Pellegrini ha vissuto una stagione tormentata da problemi fisici, ma è finalmente tornato irrinunciabile.
Dybala l’estate scorsa è stato mollato dalla Juventus, preso per i fondelli dall’Inter e si è ritrovato improvvisamente senza squadra. Soltanto Mourinho ha creduto nel suo talento. Abraham era una riserva del Chelsea e dopo i 27 gol della prima stagione ha conosciuto un sorprendente calo, tanto nella condizione generale quanto nella produttività.
Volpato, Bove, Tahirovic e Felix, ora alla Cremonese, sono regali fatti da Mou alla società, nuovi valori. Tutti i giocatori che ho elencato hanno capito per primi il grande allenatore, l’uomo, la guida, mostrando una disponibilità che deve far riflettere a chi rischia di perderlo.
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni